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1171. “GIS for IoT”. La Challenge per scoprire progetti innovativi  
1 DICEMBRE 2017 Il GEOsmartcampus, la farm della Smart Society, lancia la Challenge “GIS for IoT” per scoprire progetti innovativi di integrazione tra le tecnologie GIS (Geographic Information System) e IoT (Internet of Things). Posizione e posizionamento, per offrire a Smart Cities e Smart Industries soluzioni innovative ed efficaci. Le aree d’interesse sono: Mobilità Sicurezza Sostenibilità Ambientale La Challenge è rivolta agli innovatori indipendenti, società, PMI innovative, start-up e spin-off universitari. La partecipazione è gratuita e può accedere chiunque abbia un'idea innovativa o un progetto, caratterizzati da contenuto tecnico o tecnologico, indipendentemente dal suo stadio di sviluppo, sulle tematiche specifiche (mobilità, sicurezza, sostenibilità ambientale) basata sull’integrazione della piattaforma tecnologica ArcGIS di Esri con le altre piattaforme e tecnologie IoT. Ai candidati, autori dei progetti che selezioneremo, offriremo la possibilità di accedere al nostro programma di accelerazione e li inviteremo a presentare le loro idee imprenditoriali all’evento di Maggio di Roma del GEOsmartcampus. Per candidarsi è necessario inviare il progetto entro le ore 20 del 10 Febbraio 2018 a info@geosmartcampus.it “Lavoriamo per costruire una Smart Society dove l’uomo possa soddisfare i propri bisogni in maniera efficiente e sostenibile. Attraverso la nostra passione, lo sviluppo delle competenze sosteniamo ed acceleriamo la realizzazione di innovazione smart dove la tecnologia è lo strumento per realizzare una Società intelligente.” Il GEOsmartcampus, la farm della Smart Society, vuole favorire lo sviluppo di soluzioni innovative per realizzare una Smart Society, un nuovo modello di Società in cui l'uomo e i suoi bisogni tornano al centro della scena e la tecnologia, l’innovazione è lo strumento per soddisfarli. Una Società intelligente in cui lo sviluppo dei contesti umani, lavorativi, urbani, industriali e la loro relazione è inseparabile dall’analisi e dalla salvaguardia dell’ambiente. Il suo programma di accelerazione di impresa è il primo dedicato a soluzioni innovative basate sulla Digital Geography, nato con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di soluzioni Smart attraverso l’utilizzo di tecnologie di accelerazione, dati, conoscenza e servizi professionali; supportando i team innovatori a realizzare, nel minor tempo possibile, i loro progetti trasformandoli in prodotti/servizi/aziende per il mercato. Sito ufficiale: http://www.geosmartcampus.it/it/gis-for-iot-challenge-una-nuova-sfida-per-progetti-innovativi/  
1172. Distribution is queen. Minacce, opportunità e sfide della cultura on demand. On demand culture: threats, opportunities, and challenges  
1 DICEMBRE 2017 Tavola rotonda / Panel discussion Lunedì 4 dicembre / Monday 4 December, 15.30-18.30 Gymnasium Università degli Studi Link Campus University Via del Casale di San Pio V, 44 - 00165 Roma Gli sviluppi dei servizi VOD (video on demand) e della circolazione online di contenuti culturali mostrano con chiarezza come l’avvento dei media digitali abbia rappresentato, rispetto al quadro legale ed economico consolidato di interi settori delle industrie creative (come la musica e il cinema), sia una potenziale minaccia (il file sharing e la pirateria), che un’opportunità (nuovi canali di sfruttamento commerciale) e una sfida (nuovi player, nuove regole e modelli di business, nuove forme di consumo e fruizione da parte degli utenti). In occasione dell’uscita del volume Streaming media. Distribuzione, circolazione, accesso (Mimesis 2017) l’incontro vuole provare a fare il punto su uno scenario (a livello sia nazionale che sovranazionale) controverso, sbilanciato, ancora in rapida evoluzione, per comprendere quale sia stato l’impatto di player globali quali Netflix e Amazon Prime Video; quali le reazioni degli operatori tradizionali della filiera audiovisiva e dei policymaker; come siano mutate le condizioni di accesso alla cultura audiovisiva per i consumatori e gli spettatori. La tavola rotonda è indirizzata principalmente agli studenti del corso di laurea in Dams e Comunicazione digitale nell’ambito degli insegnamenti di Teoria e tecnica dei media digitali e Arti performative e multimediali (prof. V. Re). The growth of VOD (video on demand) services and recent developments of online media content circulation clearly show how the advent of digital media has represented, with respect to the consolidated legal and economic framework of entire sectors of creative industries (such as music and cinema), a potential threatening (file sharing and piracy), an opportunity (new commercial exploitation channels) and a challenge (new players, new rules and business models, new patterns of consumption). Starting from the recent publication of the volume Streaming media: Distribution, Circulation, Access (Mimesis 2017), the panel discussion aims at providing an overview of the contemporary media landscape, which appears to be controversial, unbalanced, and yet rapidly evolving (both at national and supranational level). More particularly, it aims at discussing the impact of global players such as Netflix and Amazon Prime Video; the reactions of traditional players in the audiovisual sector and policymakers; how access to audiovisual culture for consumers and spectators is currently changing. The panel discussion is mainly addressed at students in Performing Arts and Digital Communication and takes place in the framework of the courses in Digital Media and Performance and Multimedia Arts (prof. V. Re). INTERVENGONO / SPEAKERS: Valentina Re (Link Campus University) Introduzione / Introductory remarks Luca Barra (Università di Bologna) Francesco Di Chiara (Università telematica E-Campus) I nuovi “king kong” della distribuzione online: Netflix e Amazon / The new king kongs of the online world: Netflix and Amazon Giorgio Greppi (Agcom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) Media audiovisivi on demand: il quadro regolamentare in Italia e in Europa / On demand audiovisual media: the Italian and European regulatory framework Valentina Di Palma (Videa) Damiano Ricci (BIM Distribuzione) Margherita Chiti (Teodora Film) Lo scenario italiano della distribuzione cinematografica indipendente / The Italian landscape of independent film distribution MODERA / CHAIR Marica Spalletta (Link Campus University)  
1173. Accordo di collaborazione tra l’Università ed il Ce.Mi.S.S. (Centro Militare di Studi Strategici)  
6 DICEMBRE 2017 Venerdì 1 dicembre alle ore 10,30 presso l’antica biblioteca dell’Università Link Campus, il Presidente Vincenzo Scotti e il Gen. C.A. Massimiliano del Casale, Presidente del C.A.S.D. (Centro Alti Studi per la Difesa) hanno siglato un importante accordo quadro di collaborazione tra l’Università ed il Ce.Mi.S.S. (Centro Militare di Studi Strategici). L’accordo, che riconosce l’esperienza maturata nel settore della Difesa, dell’Intelligence e della sicurezza, prevede un impegno reciproco a collaborare per la realizzazione di attività di studio e ricerca nei seguenti settori: - relazioni internazionali e tutela dei diritti umani; - sicurezza internazionale e geopolitica; - politiche dell’Unione Europea; - scienza, tecnologia, economia e politica industriale; - sociologia. In particolare, la collaborazione avrà come oggetto negli ambiti di comune interesse: - lo svolgimento di programmi di ricerca di rilevanza nazionale ed internazionale; - l’organizzazione di seminari, conferenze, workshop e incontri di studio da realizzare nelle rispettive sedi; - lo scambio di informazioni e di prodotti di studio in settori di reciproco interesse; - la realizzazione di specifiche iniziative didattiche operative sulle tematiche inerenti l’Accordo. Il C.A.S.D. – Ce.Mi.S.S. è un punto di riferimento importante per la ricerca a carattere strategico-politico-militare e, a tal fine, sviluppa collaborazioni con le Università, i Centri di Ricerca nazionali ed esteri, nonché altre Amministrazioni ed Enti che svolgono attività di studio nel settore della sicurezza e della Difesa. Importante conseguenza dell’accordo sarà la possibilità di attivare tirocini di  studenti e laureati dell’Università Link Campus presso il Ce.Mi.S.S. A tal fine, saranno stipulati successivi accordi attuativi. L’iniziativa,  promossa dalla dott.ssa Elisabetta Trenta, coordinatrice del Master in Intelligence e sicurezza di Link Campus, è particolarmente rilevante per gli allievi del Master in Intelligence, ma anche per tutti quelli dell’area sicurezza, quali: Ingegneria della sicurezza: Hacker security, Sicurezza informatica e cyber security, Sicurezza pubblica e soft target, Coooperazione e sviluppo in Africa, Il diritto alla protezione internazionale, Scientific intelligence. Scienze criminologiche, comportamentali e applicate alle investigazioni e all'intelligence, Analisi comportamentale e scienze applicate all'intelligence e homeland security, Joint  China and Italy economics cooperation, Migrazioni forzate e protezione internazionale. A testimonianza dell’importanza attribuita all’accordo da entrambi i partner, si rileva che alla firma  erano presenti il Direttore del Ce.Mi.S.S.,  ​​​​Amm. Div. Mario Caruso, il Capo dell’Ufficio Relazioni Esterne protempore del Ce.Mi.S.S., Col. Felice De Leo e il Ten. Col. Umberto MONTUORO (CASD – Dipartimento di Diritto internazionale Umanitario). Per l’Università c’erano il Direttore Generale ing. Pasquale Russo, il prorettore alla ricerca Carlo Maria Medaglia, la Professoressa Paola Giannetakis, il Professore Marco Emanuele, la dottoressa Elisabetta Trenta oltre a docenti e allievi dei master.  
1174. #PROTEOBRAINS2020: PLAY – LEARN – SHARE  
24 Marzo 2020 COMUNICATO STAMPA DEL 24 MARZO #PROTEOBRAINS2020: UN PROGETTO IN SINTONIA CON LA DIDATTICA A DISTANZA PER LE SCUOLE 1 studente su 3 ritiene quello dell’insegnante uno dei mestieri più importanti (35,1%) e che richiede una vocazione (25,5%), ben consapevoli che si tratta comunque di un lavoro spesso sottovalutato oltre che sottopagato (30,3%) L’emergenza Coronavirus non ferma i lavori dell’Osservatorio “Generazione Proteo” della Link Campus University che, al contrario, rimodella le sue attività andando incontro alla riorganizzazione didattica di queste ultime settimane. «Come la divinità greca cui deve il suo nome – dichiara il prof. Nicola Ferrigni, direttore di “Generazione Proteo” –, il nostro Osservatorio quest’anno cambia pelle offrendo una serie di strumenti pensati per integrarsi perfettamente all’interno delle attività di didattica a distanza in cui sono impegnati scuole, docenti e studenti nelle ultime settimane, mantenendo ben saldo il principio che ha ispirato e guidato le attività dell’Osservatorio “Generazione Proteo” fin dalla sua costituzione, ovvero il suo essere un continuum formativo ed educativo tra scuola e università. Mai come in questo momento, infatti, – prosegue il sociologo Ferrigni – è richiesto alle diverse agenzie formative di “fare sistema” per raccogliere e rispondere alle sfide che abbiamo dinanzi». Se #LaScuolaNonSiFerma anche #ProteoNonSiFerma. #ProteoBrains2020 si articola al proprio interno in 3 azioni riassunte nel claim PLAY – LEARN – SHARE. La prima azione (PLAY) coincide con l’8° Rapporto di ricerca nazionale: migliaia di studenti delle scuole secondarie di secondo grado in tutta Italia sono chiamate nuovamente esprimere idee, opinioni, paure, desideri sulla realtà che li circonda, nonché su quella che ha profondamente modificato il proprio universo di riferimento nelle ultime settimane. «Molte sono infatti le domande su come l’emergenza Coronavirus ha impattato sulla loro quotidianità – prosegue Ferrigni: in che modo trascorrono le proprie giornate lontani dai vecchi rituali e a quali nuove abitudini hanno dato vita; di cosa si sente in modo particolare l’assenza e cosa invece hanno riscoperto nelle giornate di isolamento in casa; come vivono l’esperienza di didattica a distanza e quali sono le nuove esperienze culturali; cosa pensano dei flashmob sui balconi e quali sentimenti riesca a risvegliare una difficile e complessa situazione come quella che stiamo vivendo». Come quel sentimento di solidarietà di cui la stessa “Generazione Proteo” si fa portatrice e promotrice: pari al 36% infatti la percentuale di chi nel 2019 dichiarava di essere impegnata in attività di volontariato, cui si somma la quota – pari al 33,3% – di chi vorrebbe esserlo in futuro. Un impegno e una volontà dettati dall’esigenza di provare a cambiare il mondo che li circonda (32,5%) o di fare qualcosa per la società in cui vivono (26,9%). Emergenza Coronavirus in primo piano, dunque, così come il rapporto tra scuola e tecnologie, quelle stesse tecnologie che solo pochi mesi fa il 35% dei giovani reputavano già essenziali ai fini dell’apprendimento. Ma nel questionario trovano altresì spazio tematiche quali lavoro, politica, ambiente, stili di vita, identità e modelli culturali. Ma questa volta gli studenti non saranno gli unici a essere coinvolti. «“Generazione Proteo” – continua il prof. Ferrigni – si rivolge quest’anno anche ai docenti, invitati a partecipare alla ricerca attraverso la compilazione di un questionario a loro dedicato, finalizzato a conoscerne opinioni e percezioni su temi cruciali della nostra quotidianità e attraverso il quale costruire un confronto intergenerazionale». D’altra parte sono proprio gli studenti italiani a riconoscere l’importanza del ruolo e dell’autorità dei docenti: secondo l’Osservatorio Generazione Proteo della Link Campus University, 1 studente su 3 ritiene infatti quello dell’insegnante uno dei mestieri più importanti (35,1%) e che richiede una vocazione (25,5%), ben consapevoli che si tratta comunque di un lavoro spesso sottovalutato oltre che sottopagato (30,3%). La ricerca – che già negli anni scorsi anni ha coinvolto complessivamente oltre 100.000 giovani intervistati, e che quest’anno si rivolge anche ai docenti – sarà seguita due ulteriori azioni che rientrano nel progetto #ProteoBrains2020: 10 webinar tematici (LEARN) e il rafforzamento della community che da sempre caratterizza il “metodo Proteo” (SHARE). «Si tratta di una serie di strumenti e spazi di riflessione e confronto, quest’anno particolarmente densi di significato – conclude Ferrigni – perché offriranno una finestra privilegiata attraverso cui guardare e studiare quanto sta accadendo, delineando i tratti di una generazione e di una società “post coronavirus” in cui si ravvisano già da ora profonde trasformazioni che, come la storia ci insegna, diventano preziose opportunità di rilancio e innovazione». I questionari saranno compilabili online anche tramite smartphone, device che accompagna ormai gli studenti anche nella loro vita scolastica. Un anno fa, al riguardo, la ricerca aveva registrato un plebiscito (80% circa) contro la proposta di vietare l’utilizzo dello smartphone a scuola. Una sollevazione popolare che oggi, mentre scuola e docenti cercano di destreggiarsi tra i vari strumenti tecnologici a disposizione per rispondere all’esigenza di didattica a distanza sollevata dall’emergenza, lascia spazio alla riflessione sulla domanda di innovazione espressa dai giovani e sulla risposta data dalla scuola. Sito web dell’Osservatorio: https://osservatorioproteo.unilink.it/  
1175. Link Campus University e Consulcesi Tech lanciano il primo MBA in Blockchain  
20 Marzo 2020 Blockchain developer, blockchain engineer e blockchain marketing specialist, blockchain legal expert, blockchain health manager. Sono alcune delle nuove professioni nate con la digital transformation che ha invaso trasversalmente tanti settori produttivi dal food, ai trasporti, al giornalismo, diritto d’autore, al voto elettronico fino all’ambito legale. Molto richieste dalle aziende, queste nuove figure manageriali in grado di gestire le logiche e le principali sfide imposte dal mercato, sono in realtà molto difficili da trovare. Deloitte ha condotto nel 2019 un’indagine su 1386 aziende in 12 paesi (tra cui Canada, Stati Uniti, Israele, Cina, Germania) e l’ultimo report parla chiaro: più della metà delle aziende afferma che la tecnologia blockchain è diventata una priorità strategica per la propria organizzazione. Ma se in molti Paesi la formazione universitaria e post universitaria è già in fase avanzata, in Italia questa fa fatica a decollare. E’ per rispondere a questo gap che nasce il primo Master rivolto a neolaureati e professionisti che vogliono avvicinarsi al mondo Fintech, lavorare in ambito finanziario e nel mercato delle criptovalute. Il master Mba in Blockchain ed Economia delle Criptovalute promosso da Consulcesi Tech e Link Campus University permette una formazione modulare e in modalità e-learning, in cui è possibile scegliere i contenuti più interessanti per la propria crescita professionale. E proprio l’emergenza sanitaria legata al coronavirus di questi giorni ha messo in luce l’efficacia e la validità dell’apprendimento a distanza, che consente anche a chi lavora e ha tempo limitato di acquisire nuove expertise in maniera fluida e personalizzata, avendo a disposizione i massimi esperti on demand. "In un ambiente in continua e rapidissima evoluzione è necessario introdurre un nuovo approccio allo studio delle potenzialità della tecnologia Blockchain con un approfondimento multidisciplinare a livello sia tecnologico che economico”, ha dichiarato Gianluigi Pacini Battaglia, CEO di Consulcesi Tech. "I contenuti del master - ha aggiunto Gustavo Mastrobuoni della Link Campus University - si svolgono in modalità e-learning attraverso la piattaforma e sono disponibili sia in lingua italiana sia in quella inglese." Il percorso del master parte da un’ottica macroeconomica generale, per concentrarsi poi sulle potenzialità di sviluppo della Blockchain nei settori della sicurezza, della pubblica amministrazione, dell’intelligence e degli aspetti giuridici legati alla privacy. Una seconda parte è dedicata in modo specifico agli aspetti tecnici della blockchain e alla programmazione degli smart contracts. Il master in Blockchain ed economia delle criptovalute, con riferimento alle norme Uni en 16234-1 e-Competence Framework (e-CF) e Uni 11621, è riconosciuto dall’ente di certificazione Aja Europe come funzionale per maturare le competenze utili al conseguimento della certificazione delle competenze professionali per i profili blockchain analyst e blockchain specialist. E’ il primo master al mondo ad ottenere tale riconoscimento. La certificazione secondo tali schemi di profilo professionale, che Link campus University ha contribuito a delineare, rappresenta un riferimento professionale specifico di mercato e favorisce l’inserimento delle figure esperte di blockchain prodotte dal master ai massimi livelli di riconoscimento in ambito aziendale ed istituzionale.  
1176. Cina e Vaticano: un dialogo globale  
6 DICEMBRE 2017 SABATO, 16 DICEMBRE, ORE 11.00 GYMNASIUM LINK CAMPUS UNIVERSITY VIA DEL CASALE DI SAN PIO V, 44 - ROMA Lezione inaugurale del MASTER DI II LIVELLO INTELLIGENCE E SICUREZZA ed. XII INTRODUZIONE Prof. Vincenzo Scotti - Presidente Link Campus University RELAZIONE Prof. Francesco Sisci La lectio magistralis è aperta a tutti previa registrazione Scarica la locandina Per informazioni: info@unilink.it  
1177. Al via Open Factory, progetto di cooperazione internazionale tra Italia ed Egitto  
19 Marzo 2020 Il 17 e 18 Marzo 2020 si è svolto al Cairo (Egitto) il Kick off Meeting del progetto di ricerca Open Factory (Supporting innovation platforms and generating socioeconomic and open access opportunities for enterprise, research and innovators’ ecosystem in Egypt). Finanziato dall’Unione Europea con il programma EuropeAid, il progetto ha l’obiettivo di creare in Egitto un ecosistema imprenditoriale innovativo ed ecosostenibile per le PMI attive nel settore manifatturiero dei tessuti e della pelle. La Link Campus University, in qualità di partner del progetto, ha partecipato via streaming ai due giorni di evento, nel rispetto delle misure adottate dal Governo italiano e da quello egiziano per contrastare la pandemia di COVID-19 e tutelare la salute pubblica. Nel corso del Meeting sono state condivise le esperienze maturate da LCU nell’ambito e i piani di sviluppo del progetto insieme alla Facoltà di Computers and Artificial Intelligence dell’Università del Cairo (capofila), agli altri partners egiziani leader nel settore dell’Industria nazionale del tessile e della pelle (National Research Center, Industrial Modernization Centre, le due Camere del tessile e della pelle) e ai partner italiani Progetto Sud e Sercam Advisory. Il progetto Open Factory è gestito per la Link Campus University dal proprio Centro di Ricerca DASIC (Digital Administration and Social Innovation Center) con il supporto del Dipartimento Ricerca e dell’ufficio Terza Missione. Tra le principali attività che la Link Campus University svolgerà nei prossimi tre anni di progetto sono previsti interventi in loco di capacity building e la fornitura e gestione della piattaforma e-learning. Maggiori informazioni sul progetto al seguente link. https://www.unilink.it/ricerca/finanziamenti/ricerche-e-progetti-2020/#openfactory  
1178. CORONAVIRUS, LINK CAMPUS UNIVERSITY NON SI FERMA  
13 Marzo 2020 COMUNICATO STAMPA DEL 13 MARZO Nonostante l’emergenza nella ’sessione invernale si laureano in più di 150   Nell’Università Cybertech,  docenti e studenti trasformano la “presenza” in “ubiquità”.  Roma, 13 marzo 2020 - “Ad una settimana dalle misure adottate dal Governo per il COVID-19, alla Link Campus University sono state presentate e discusse 48 tesi di laurea nel rispetto rigoroso delle restrizioni sanitarie dovute alla pandemia. La prossima settimana altre 50 lauree tutte a distanza”, ha annunciato Carlo Maria Medaglia, Presidente della Scuola Undergraduate e Graduate. 8 laureandi hanno fatto in tempo a discutere la loro tesi alla presenza di un “pubblico” ristrettissimo, con un tetto massimo di 5 persone. Gli altri 40, provenienti da tutta Italia, hanno scelto la modalità della videoconferenza attraverso Google Meet, a volte utilizzando come sede le strutture pubbliche locali. Da Siracusa si è laureato Andrea Mauceri Boccadifuoco in Economia Aziendale; Clara Guerrieri, invece, si è  laureata in Scienze Politiche Internazionali da Milano con un messaggio di fiducia e commozione.  L’attività accademica continua a pieno ritmo, grazie alle “tecnologie partecipative”: i docenti tengono le loro lezioni in diretta streaming davanti agli studenti presenti on line, con aule partecipate ed interattive. Il tutoraggio avviene sia in diretta che in differita, come pure domande e risposte.  Questo week-end 300 studenti ed oltre 30 docenti seguiranno, in continuità, i Master postgraduate e i corsi di Alta Formazione: MBA, Politiche del Lavoro, Master in Intelligence and Security.  Di grande attualità il corso di Alta Qualificazione su Sistema Sanitario ed Imprese Farmaceutiche, come quello di Filmmaking. Questi e molti altri corsi si stanno tenendo, già dal fine settimana, attraverso innovativi strumenti di “Smart Education”, con la trasmissione delle lezioni in diretta e a distanza, il tutoraggio personalizzato e la condivisione di materiali, prove ed elaborati.  Novità per i prossimi master: gli studenti potranno iscriversi versando soltanto la tassa d’iscrizione e corrispondere la retta soltanto se si decide di conseguire il titolo conclusivo. La Link Campus University, attraverso aziende partner, infine metterà a disposizione borse di studio fino al 60%.  Un aiuto concreto e immediato a chi vuole in questo periodo di “slow motion” rafforzare la sua formazione.  E’ già stata resa telematica anche l’aula Cyber Range (unica nel suo genere) dove si svolgono  esercitazioni di difesa e attacco in Cyber Security.  I servizi fondamentali di segreteria e assistenza agli studenti e segreterie docenti sono assicurati in modalità paperless e a distanza. Una vita universitaria diversa, agile, flessibile, con una “frequenza smart” in attesa del buon ritorno nella bellissima cornice storica del Casale di San Pio V, a Roma.    GLI STUDENTI CI RACCONTANO Carlotta, studentessa del Master in Intelligence and Security Gregorio, studente del Master in Intelligence and Security Juan, studente di Scienze politiche e delle relazioni internazionali Lezioni e studio online: pronti per una nuova sfida LA TESTIMONIANZA DEI DOCENTI Nicola Ferrigni, Docente di Sociologia generale e politica - Studi Internazionali Ferruccio Maria Sbarbaro, Docente di Diritto Societario Comparato - Giurisprudenza Dario Quattromani, Docente di Fundamentals of Politics- Studi Internazionali Piero Schiavazzi, Docente di Geopolitica Vaticana - Studi Internazionali IL SERVIZIO DEL TG2 DEL 16 MARZO, 08.30 #IORESTOACASA LONTANI MA VICINI I NOSTRI STUDENTI STUDENTI E DOCENTI  
1179. Vaticano: Francesco e la sua battaglia contro le armi nucleari. Possibile mediazione con la Corea del Nord?  
11 DICEMBRE 2017 da L'Indro E’ iniziata, inaugurata presso la Sala Clementina del Palazzo Apostolico da Papa Francesco, la due giorni del Simposio internazionale intitolato “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale”, organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il suo Prefetto, il cardinale Peter K. A. Turkson, ha affermato che «l’evento risponde alle priorità di Papa Francesco per la Pace e per l’uso dei beni del creato per lo sviluppo e una giusta qualità di vita per tutti, individui e popoli, senza distinzione». E’ il primo incontro globale sul disarmo nucleare dopo che a New York, il 7 luglio 2017, 122 Paesi della Comunità internazionale hanno firmato il “Trattato sul bando delle armi nucleari”. A siglare l’ accordo, in sede ONU, a  nome del Vaticano,era stato l’ Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati. Hanno preso parte a quest’ iniziativa 11 Premi Nobel per la Pace, i vertici dell’ ONU e della NATO, gli Ambasciatori degli Stati tra cui Stati Uniti, Corea del Sud, Iran, Russia oltreché personalità del mondo scientifico mondiale. Presenti anche dei sopravvissuti ai disastri di Hiroshima e Nagasaki. Forti sono state le parole del Pontefice, nel suo discorso di apertura. «Le armi nucleari sono illogiche» ha esordito Francesco. L’ illogicità è da ricercare nella conseguenza che il loro uso comporta: il suicidio dell’ umanità. «Colmando un vuoto giuridico», secondo Bergoglio, il “Trattato sul bando delle armi nucleari”,siglato in sede ONU, «ha dichiarato questo tipo di armi illegittime». Francesco ha anche ricordato come sia impossibile la distruzione delle armi nucleari se prima non si disinnescano «gli spiriti bellici». Chissà che non si riferisse, oltre a Kim Yong-Un, anche al Presidente americano Donald Trump il quale, in viaggio nel continente asiatico, di fronte al Parlamento sudcoreano, aveva detto: «Voglio una pace garantita dalla forza». «Ogni giorno siamo bombardati con notizie di atrocità, vediamo la possibilità dello scoppio di una guerra nucleare, e siamo sull’orlo di un olocausto nucleare. Qui vogliamo invece condividere una buona novella, con una volontà globale di incoraggiare gli Stati a perseguire una strategia di riduzione delle armi nucleari. In questo modo, speriamo di creare un mondo totalmente libero da esse» ha il Cardinale Turkson, il quale , rispondendo ad una domanda dei giornalisti, ha reso noto: «Stiamo già parlando con alcuni membri della Conferenza episcopale coreana per vedere come si può entrare in contatto con il regime della Corea del Nord». E’ il regime del dittatore nordcoreano che, con i suoi ripetuti test nucleari, da mesi tiene con il fiato sospeso il mondo. Potrebbe esserci un contributo vaticano alla risoluzione della crisi coreana? Qual è l’obiettivo del Convegno sul Disarmo, organizzato dalla Santa Sede? Come si è evoluta la posizione del Vaticano circa gli armamenti atomici, a partire dal Secondo Dopoguerra? Lo abbiamo chiesto a Piero Schiavazzi, giornalista vaticanista dell’Huffington Post oltreché docente titolare della prima cattedra italiana di Geopolitica Vaticana presso l’ Università degli Studi Link Campus University. Come si è espressa la Santa Sede, a partire dal Secondo Dopoguerra, riguardo agli armamenti atomici? Facendo un paragone geometrico, c’è la progressione aritmetica (1,2,3,4) e la progressione geometrica (2,4,8,16). L’ ostilità del Vaticano, da una parte alla guerra dall’altra alle armi nucleari, è cresciuta in progressione geometrica. C’è stato un crescendo a partire dalla famosa “Inutile strage”, perifrasi utilizzata, nella “Lettera ai Capi dei Popoli Belligeranti”, il 2 agosto 1917, in riferimento alla Prima Guerra Mondiale,  da Benedetto XV, che stupì il governo italiano e tutta l’ ala interventista e fu, per questo, accusato di tradimento perché ‘disfattista’. Innanzitutto, teniamo conto che siamo nel mese di Novembre, il mese dell’ Apocalisse, sul finire dell’ anno liturgico, ed ogni giorno i Papi, celebrando Messa, si trovano di fronte a letture tratte dall’ ‘Apocalisse’, letture escatologiche, letture sulle realtà finali. In una mens immaginifica come quella di Francesco che, convinto che la Storia sia un confronto costante tra il Bene e il Male, fa un uso diretto, senza alcuna mediazione, della Sacra Scrittura per interpretare i giorni nostri, si fa strada l’ idea che questi siano i tempi dell’ Apocalisse. Per paradosso, questo Papa, che è entrato nella Storia come il “Papa dei confini del mondo”, teme di passare alla Storia come “il Papa della fine del mondo”. Vi è, dunque, una lettura teologica del nucleare, che si esalta in una persona come Bergoglio che non fa mediazione culturale: in quest’ottica, cos’ altro può essere il ‘Drago a sette teste’ dell’ Apocalisse se non la testata multipla? La bomba, per la Chiesa cattolica e soprattutto per Bergoglio, è una prima visualizzazione storica dell’ Apocalisse perché fa la sua apparizione, sotto i cieli della Storia, la possibilità di una fine del mondo. Con la bomba, l’ Apocalisse è, per la prima volta, a portata di mano. Si può immaginare cosa questo possa significare nella mente di un ecclesiastico e, in particolar modo, di Bergoglio. Lo stesso vale anche per Giovanni XXIII. Con la bomba, per la prima volta, i preti e quindi anche i Papi realizzano che la fine del mondo è possibile. Non è più soltanto un’ ipotesi escatologica, lontana nel tempo. Questa è una novità sconvolgente per la Chiesa che si rende conto che l’ Apocalisse può scaturire da un prodotto della mano umana. L’ altra novità è di tipo storicistico, geopolitico. A partire da Benedetto XV, con la celebre nota del 1917, fino a Giovanni Paolo II, con la Prima Guerra del Golfo del 1991, la Chiesa matura l’ idea per cui le guerre siano dei fenomeni incontrollabili: si sa quale sia l’ innesco della guerra, ma poi sfugge di mano perché il mondo è diventato complesso. Nella complessità del XX secolo non è possibile prevedere le varianti che, in corso d’opera, si innestano. L’ esempio classico è l’ “attentato di Sarajevo” che provoca la mobilitazione per punire la Serbia, ma poi sfugge di mano perché scattano i vari trattati di ‘assicurazione’ e ‘contrassicurazione’ dei diversi sistemi di alleanze. Lo stesso schema si ripropone nella Seconda Guerra Mondiale: con il blitzkrieg dei tedeschi, Hitler e buona parte dell’ opinione pubblica mondiale erano convinti che la guerra finisse entro un anno, dopo la caduta della Francia. Perché Woytila, nel 1991, si oppone a Bush in occasione della spedizione in Kuwait? Perché l’ Occidente non è ancora uscito da quell’ ‘odissea’ iniziata in quell’ anno. I Bush, sia padre che figlio, ci hanno trascinati in due ‘odissee’, le due guerre del Golfo, di cui è possibile vedere soltanto ora le conseguenze più nefaste. La risultanza imprevista e a rovescio delle due guerre del Golfo è che il nemico degli Stati Uniti, l’ Iran, diviene egemone nell’ area mediorientale. L’ Iraq, invece di esser liberato, finisce nell’ orbita iraniana e per evitare la saldatura con la Siria sciita alawita, i servizi segreti dei Paesi sunniti si inventano l’ ISIS che gli sfugge, poi, comunque, di mano. Ma le conseguenze ancor più gravi ed imprevedibili sono che il ritorno in auge dell’ Iran produce, per reazione, un ringiovanimento della politica dell’ Arabia Saudita, nel nome di una leadership più energica come quello che sta accadendo, attualmente, con Mohammad Bin Salman. Tutto questo ha un’ origine assolutamente imprevista. I Papi arrivano, dunque, a capire, che la Guerra “vive di vita propria”, indipendentemente dalle intenzioni di chi la pone in essere. Durante la Guerra Fredda, qual’ era stata la posizione del Vaticano riguardo alle armi nucleari? E’ un’ idea che non trova nemmeno in Pio XII. Quando si parla di ‘guerre Stellari’, bisogna distinguerne due. Il Muro di Berlino cade a causa delle Guerre Stellari perché l’ Unione Sovietica non ce la fa a rincorrere Reagan e, a sua volta, Reagan rovina le finanze americane perché indebita gli Stati Uniti, fino a che giapponesi, cinesi non si comprano buona parte del suo debito estero. Tutto parte dal famoso ‘riarmo’ che, però, mette in ginocchio l’ Unione Sovietica che non riesce a stare dietro all’ America nella ‘guerra stellare’, quel sistema laser che avrebbe dovuto  bloccare i missili sovietici. Dall’ altra parte, c’è l’ elezione di un Papa polacco che è stata, secondo molti, la prima crepa nel muro di Berlino. Sono vere entrambe le cose, ma sono due ‘guerre stellari’ diverse: da una parte ci sono le legioni angeliche, cioè il fatto spirituale che fa sollevare i popoli dell’ Est contro il comunismo, ossia contro quell’ ideologia nata per difendere gli stessi popoli dal potere. I popoli, sentendosi traditi, si ribellano. Dall’ altra parte, la ‘guerra stellare’ di Reagan che porta l’ Unione Sovietica al collasso. Nel momento in cui Gorbaçev liberalizza non solo l’ economia, anche la politica, l’ Unione Sovietica crolla non riuscendo a superare la prova della democrazia. Il tutto grazie all’ abilità di entrambi gli attori sulla scena: Reagan, attore di professione, e  Giovanni Paolo II, attore per passione. Tra loro, una sinergia non tanto grande quanto la si immagina. Se si pensa alla crisi missilistica del 1962, quando Papa Roncalli, con il suo radiomessaggio, soffia nell’ etere il suo messaggio, l’ appello non cade inascoltato e contribuisce a fermare le navi di Cruscev, che era molto interessato ad assecondare il Papa e il pacifismo per portare dalla sua parte la Chiesa cattolica non per favorire una liberalizzazione del Cattolicesimo all’ interno del blocco comunista di Varsavia, ma per avvicinare il Terzo mondo. D’ altro canto, Kennedy con il suo ultimatum “se avanzate è guerra”, ha messo con le spalle al muro Cruscev. Giovanni XXIII era un’ anima contadina, quindi molto radicata in terra, la cui percezione del demonio era molto meno forte di quella che ha Bergoglio. Nessun Papa ha mai sentito così vicine la fine del mondo e la presenza del demonio quanto Francesco. Se noi non ci poniamo all’ interno di questa lettura ‘demoniaca’ della Storia, non capiamo Francesco. Lui vede davvero il ‘Drago a sette teste’ nelle testate multiple che partono da Pyongyang. Anche Roncalli aveva questa percezione, ma la sua cultura contadina gli impediva questo tipo di suggestioni. Qual è l’ obiettivo di questo Convegno, organizzato dalla Santa Sede? Oggi il Papa ha giocato una sorta di partita di calcio, il suo mondiale. Ha schierato undici nobel. Il suo problema è ‘qualificarsi’. Il famoso bando delle armi nucleari è stato firmato, il 7 luglio, da 122 Stati, ma per entrare in vigore deve essere ratificato dal almeno 50 Stati. E’ stato ratificato da Santa Sede, Guyana e Thailandia. Quello di oggi è stato un modo per fare pressing sui governi affinché ratifichino. Non costa niente ai governi ratificare perché quanti accordi internazionali sono stati sottoscritti e poi non sono stati rispettati. Però, questi trattati pongono un principio: come ricordato oggi da Bergoglio, dichiarano l’ illegalità di queste armi. A rigore, quindi, chi li firma dovrebbe, il giorno seguente, smantellare il proprio arsenale, ma di fatto nessuno lo fa come è successo per altri tipi di armi. Perché il Papa fa questo pressing se poi rimane solo un fatto formale? Perché la storia della Chiesa insegna che la ‘Parola di Dio’ cambia il mondo, ma anche la ‘parola degli uomini’, quando si cristallizza facendosi norma, pone dei principi e, silenziosamente, il diritto lavora nell’ immaginario dell’ umanità. Si pensi alla ‘Conferenza sulla pace e sulla sicurezza in Europa’ degli anni ’70 quando l’ Unione Sovietica sottoscrisse una serie di principi che mai avrebbe rispettato. Eppure il Cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato Vaticano, mi spiegò che quei principi firmati e sottoscritti, come una sorta di “zeppa nell’ ingranaggio”, in qualche modo, misero in contraddizione o comunque diedero adito a poter mettere in contraddizione l’ Unione Sovietica. Questo è il vantaggio del diritto. Ecco perché il Papa vuole che il trattato venga ratificato e che tutti gli Stati possessori di armi nucleari, lo sottoscrivano. In questo modo, nonostante continueranno ad avere le armi nucleari, avranno firmato un trattato internazionale. Il diritto pone dei principi, delle contraddizioni. Questa è un’ idea che da sempre caratterizza la diplomazia vaticana. A margine dell’ inaugurazione del Convegno sul disarmo, il Cardinale Turkson, Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha, in queste ore, dichiarato: «Stiamo già parlando con alcuni membri della Conferenza episcopale coreana per vedere come si può entrare in contatto con il regime della Corea del Nord». Il Vaticano può riuscire nell’ intento? Pyongyang è davvero un universo chiuso. La Corea del Nord è uno Stato teocratico: per i nordcoreani, Kim Yong-Un è un dio e quindi non potrebbero mai accettare i rappresentanti di qualsiasi altra religione. Il dialogo si potrebbe porre con la Corea del Nord non sul piano diplomatico, ma su quello inter-religioso in quanto si considerano anche una religione. Niente a che vedere con la crisi cubana.  
1180. Quale mobilità sostenibile  
12 DICEMBRE 2017 Convegno "Quale mobilità sostenibile?", martedì 12 dicembre 2017, dalle ore 14:30 alle ore 18:30, presso l’Università Link Campus, Via del Casale di San Pio V, 44 - 00165 Roma promosso da Askanews e dall'Università Link Campus con il patrocinio dall'Intergruppo Globe Italia. La mobilità sostenibile è il modello ideale di un sistema di trasporti che riduce al minimo l’impatto ambientale, massimizzando l’efficienza, l’intelligenza e la rapidità degli spostamenti. Il World Business Council for Sustainable Development la definisce così: Mobilità sostenibile significa dare alle persone la possibilità di spostarsi in libertà, comunicare e stabilire relazioni senza mai perdere di vista l’aspetto umano e quello ambientale, oggi come in futuro L'evento vuole essere un momento di dibattito sul tema della mobilità sostenibile nel suo complesso e in tutte le sue forme soffermandosi anche sulle problematiche ambientali ad essa connessa. In allegato il programma dell’evento. Per registrarsi all'evento prego inviare mail di conferma o rispondere a questa mail d'invito qualemobilitasostenibile@gmail.com.  
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