Ateneo

Intelligenza artificiale: la società umana non è a costo zero!

04 dicembre 2019

di Pasquale Russo

È necessario togliere il numero ZERO dalla testa delle intelligenze artificiali.

In una discussione in un bar mentre facevo colazione stamani si diceva: “Nel 2018 sai quanto ha perso la borsa di Milano? Sai quanto a perso? 20 volte il costo annuo di tutti i dipendenti dell’ILVA!” C’è qualcosa che non va in questa nostro modo di essere! La società umana non è a costo zero!”

Arrivato in ufficio sono andato a controllare in effetti nel 2018 la borsa di Milano ha perso 100 miliardi di euro, pari a circa 20 volte il costo annuo, compresa la 13 mensilità, di tutto il personale dell’ILVA che è di circa 500 milioni di euro.

Ma soprattutto mi risuona nella mente la frase “ la società umana non è a costo zero”, e soprattutto mi risuona il termine zero.

Lo ZERO come numero non è sempre esistito lo ha inventato un grande matematico indiano, Brahmagupta, del sesto secolo e autore di un libro, il Brahmasphuta Siddhānta, dove propone «il primo esempio di aritmetica sistematica comprendente i numeri negativi e lo zero.

Il più grande matematico arabo, al-Khwārizmī dell’ottavo secolo autore di un’opera molto nota, Al-jabr, nome che venne latinizzato in Algebra, sistematizzò il modello di numerazione e supportato dalla espansione islamica in Europa diffuse nel mondo latino i numeri arabi molto più efficaci nel far di conto.

Ma fu mezzo secolo dopo che Fibonacci un Italiano nel 1200, attraverso un suo libro diffuse la numerazione che oggi conosciamo

“Novem figure indorum he sunt 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Cum his itaque novem figuris, et cum hoc signo 0, quod arabice zephirum appellatur, scribitur quilibet numerus, ut inferius demonstratur.”

Leonardo Fibonacci, Liber abbaci, 1228

Insomma nacque lo ZERO non come simbolo ma come numero vero.

Oggi la fisica quantistica ci dice che dal vuoto (nome iniziale del simbolo zero) può nascere energia, quindi come non esiste un non comportamento, non esiste un vuoto e non esiste uno zero.

Infatti Frank Wilczek fisico statunitense professore del MIT, premio Nobel nel 2004, affronta a fondo il problema della vera natura della materia e demolisce i concetti precedenti dello spazio vuoto. Lo scienziato statunitense afferma: (da Wikipedia)

  1.  Ciò che noi percepiamo come spazio vuoto è un mezzo potente la cui attività modella il mondo.
  2.  lo spazio ed il tempo sono riempiti da un ingrediente primario che brulica di attività quantistica; l’ingrediente primario contiene anche componenti durevoli.     Ciò fa dell’universo un superconduttore multicolore multistrato.
  3.  L’ingrediente primario della realtà contiene un campo metrico che dà rigidità allo spazio tempo e crea la gravità.
  4.  L’ingrediente primario della realtà ha un peso e la sua densità è universale.

Quindi lo ZERO è pieno non vuoto e ciò mi conforta molto perché significa che possiamo eliminare lo ZERO dalle Intelligenze Artificiali che gestiscono la nostra vita e si certifica l’affermazione di quello ignoto avventore che sosteneva : la società umana non è a costo zero ,

La società umana ha un costo che è l’umanità che abbiamo costruito in millenni di relazioni e che non sono racchiudibili in qualche secondo di elaborazione, ad un imprenditore viene negato un fido perché l’algoritmo gli assegna una percentuale di rischio che il direttore che lo conosce da anni non gli assegnerebbe, ugualmente può succedere per un genitore che vuole investire sullo studio figlia, oppure per sanare un debito.

Oggi, dobbiamo dirlo, gli algoritmi tutelano l’efficienza cioè la capacità dì rendimento, ma nella nostra cultura deve vincere l’efficacia cioè la capacità di produrre effetto e per noi europei l’effetto è il progredire della società umana, che non è a costo zero.