09 Dicembre 2019
di Pasquale Russo
“Che razza di miserabile memoria quella che lavora solo all’indietro!” osservò la Regina di Cuori (Lewis Carrol, Attaverso lo specchio, 1871)
Infatti sarebbe ben miserabile se il nostro cervello lavorasse solo all’indietro, ma come ho già scritto, la DNM (Default Network Mode https://en.wikipedia.org/wiki/Default_mode_network) scoperta nel 1991 Randy Buchner, uno studente laureato alla Washington University di St. Louis ha liberato le nostre menti dalla tirannia del presente e del passato regalandoci il desiderio del futuro. Infatti quando siamo a riposo, con i nostri pensieri, viaggiamo tra le nostre esperienze del passato, quelle quotidiane e ipotizziamo un futuro definendo scenari probabili o desiderati. Quindi la nostra memoria non è miserabile e non lavora sola al passato, ma il passato è il contenuto strategico con cui raggiungere il futuro ipotizzato.
Nell’articolo “Intelligenza Artificiale: La società umana non è a costo zero” raccontavo della pericolosità di affidare agli algoritmi la decisione ultima, perché tutti abbiamo il diritto di conoscere la ragione, la prospettiva, l’esito delle nostre quotidiane avventure, tutti gli esseri umani hanno il diritto di conoscere il perché di una scelta ancorché affidata ad organismi statali o economici.
Perché sono stato licenziato, perché non ho avuto il sussidio, perché l’azienda ha chiuso, perché è scoppiata una guerra ecc. ecc., questi sono i perché con cui milioni di persone al mondo si confrontano quotidianamente e a cui cercano giustamente una risposta.
Perché la Mittal ha comprato l’ILVA e poi vuole licenziare 5000 operai?
Il diritto al “perché”, non è un bene alienabile né scambiabile, anche quando sono degli essere umani a prendere una decisione, a maggior ragione se a prendere una decisione è un algoritmo di Intelligenza Artificiale.
Eppure oggi quasi tutte le decisioni economiche, ma non solo, sono basate sui risultati di elaborazioni svolte da algoritmi sempre più complessi, di cui spesso non comprendiamo il funzionamento. Bisogna dirlo le AI sono delle black box per tutti anche per coloro che le hanno progettate.
D’altra parte Massimo Sideri sul Corriere Innovazione scrive che in Cina hanno affidato ad una delle maggiori esperte di AI, la scienziata Feiyu Xu, il sezionamento degli algoritmi per capire come questi decidono, cioè stanno studiando la connettomica delle Intelligenze Artificiali come negli Stati Uniti sta facendo Lazlo Barabasi, uno dei maggiori esperti mondiali della Scienza delle Reti, con il cervello umano.
In poche parole Feiyu Xu sta studiando l’organizzazione dei neuroni artificiali nella AI, mentre Barabasi studia l’organizzazione dei neuroni nel cervello umano.
Il termine “Connettomica” è stato coniato dal Prof. Sebastian Seung di Pricenton che ha elaborato una teoria per spiegare in che modo il nostro cervello genera i pensieri, i ragionamenti, le sensazioni e le emozioni. La teoria mette in corrispondenza l’organizzazione tra i neuroni del nostro cervello e la produzione di pensieri diversi, emozioni diverse, ecc., Viene definito così “Connettoma” l’insieme di tutti i collegamenti tra tutti i neuroni in un cervello e “Connettomica” la scienza che studia i Connettomi.
Secondo il Prof. Seung, in un futuro sarà possibile modificare i nostri pensieri, le nostre emozioni e la nostra personalità modificando il nostro connettoma, ovvero anche curare malattie mentali quali schizofrenia, ecc. ecc..
A questo proposito in un paper appena pubblicato (A Genetic model of the Connectome https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0896627319309262) Lazlo Barabasi
osserva che i connettoma degli organismi della stessa specie mostrano una notevole somiglianza architettonica generale e locale e si chiede: dove e come viene codificata la connettività neuronale? Dove sono programmati i collegamenti tra i neuroni nel cervello?
Questa ricerca è partita dall’ipotesi che l’identità genetica dei neuroni guidi la formazione di sinapsi e connessioni neuronali e che tale cablaggio geneticamente guidato prevede l’esistenza di specifici predominanti grafi bipartiti completi (https://en.wikipedia.org/wiki/Complete_bipartite_graph) a livello locale nel connettoma, in conclusione propone un modello di connettoma con una struttura autoconsistente tale da far corrispondere la genetica di un organismo all’architettura del suo connettoma, indicando previsioni sperimentalmente falsificabili secondo il principio di Popper (https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_falsificabilit%C3%A0) sui fattori genetici che guidano la formazione dei singoli circuiti neuronali.
Ciò significa che l’organizzazione dei circa 86 miliardi di neuroni del cervello umano e i loro collegamenti in rete attraverso 100 trilioni di sinapsi (100.000.000.000.000.000.000), hanno una guida genetica. Per avere una vera AI dovremmo programmare un DNA.
Ancora una volta viene dimostrato che gli algoritmi (chiamati per motivi di marketing Intelligenze Artificiali) sono soltanto l’alba del pensiero animale.
Quello su cui vorrei far riflettere è che si sta affidando la guida della nostra società a questi algoritmi che non solo sono estremamente meno complessi del nostro cervello, ma non si sa bene neanche come decidano. Forse è arrivato il momento che almeno in Europa ci si fermi a riflettere sul mondo che si sta autodisegnando e che il pensiero filosofico prima e politico poi riportino sotto il controllo dell’Uomo l’uso di queste tecnologie.
Nel libro “The Age of Surveillance Capitalism” (https://www.publicaffairsbooks.com/titles/shoshana-zuboff/the-age-of-surveillance-capitalism/9781610395694/) di Shoshana Zuboff (https://it.wikipedia.org/wiki/Shoshana_Zuboff), l’autrice statunitense che è diventata una delle prime donne di ruolo nella facoltà della Harvard Business School, afferma che il capitalismo della sorveglianza è una “forza pirata” che “opera nel disprezzo delle norme sociali”, nutrendosi delle nostre esperienze impedendo che la classe in sé diventi classe per sé.
In Cina ciò già avviene perché tutti coloro che hanno un contratto telefonico devono avere Wechat installata (App con la quale si fanno i pagamenti e qualsiasi altra operatività) e fare una scansione facciale. La Cina ha già ed avrà in futuro il più grande repository di dati relativi ai comportamenti umani potendo acquisire questi da 1,8 miliardi di persone. Non è che come i robot hanno sostituito gli operai nelle fabbriche si pesni anche di sostituire l’uomo nella sua unica specificità il cervello per aleniare definitivamente la forza lavoro?
Il capitalismo della sorveglianza quindi è già in atto ma per fortuna in Europa il GDPR ci tutela, i dati dell’individuo non possono essere immagazzinati, per immagazzinarli ci vuole un perché.
E il cerchio così si chiude, l’Occidente ha la possibilità di ripartire dal dialogo socratico, cioè dal confronto e quindi arrivare all’emergere della verità.
Ripeto perché la Mittal ha comprato l’ILVA e ora vuole espellere 5000 operai? Quale algoritmo ha sostenuto questa decisione?