Ateneo

Fabrizio Strata

Fabrizio Strata

Professore Associato

Università degli studi Link Campus University - Roma

f.strata@unilink.it

Course Catalogue

Il dottor Fabrizio Strata è Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze della Vita, della Salute e delle Professioni Sanitarie presso la Link Campus University di Roma, da aprile 2024. Ha conseguito la laurea in Medicina presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Torino e il Dottorato di Ricerca in Biofisica, con specializzazione in Neuroscienze dello sviluppo, presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste.

Durante il corso di Dottorato, ha contribuito a scoprire: i. una nuova risposta al GABA durante lo sviluppo cerebrale; ii. una nuova corrente pacemaker responsabile dei potenziali giganti tipici dei circuiti neurali dell'ippocampo in via di sviluppo e iii. un'oscillazione intrinseca dei neuroni ippocampali nella frequenza del ritmo theta, ritenuta un ritmo chiave nei processi di memoria. È poi tornato a Torino dove ha imparato le tecniche di immunoistochimica sotto la supervisione del Professor Rossi. In seguito si è trasferito a Nashville, Tennessee, USA, nel laboratorio del Prof. Kaas per lavorare sulla plasticità corticale dopo amputazione di un arto: nello studio si riportò la dimostrazione che sia a livello corticale che sottocorticale si aveva una riorganizzazione della rappresentazione somatotopica degli arti. In un secondo studio si dimostrò per la prima volta, in contrasto con quanto si sapeva fino a quel momento, che le afferenze sensoriali dalle dita dei piedi al nucleo gracile del tronco encefalico erano separate (segregate) l'una dall'altra. Dal 1999 al 2006 è stato prima un ricercatore di post-dottorato e poi un ricercatore associato nel laboratorio del Prof. Merzenich, nel Dipartimento di Otorinolaringoiatria, presso l'Università della California di San Francisco.

Ha lavorato sulla plasticità corticale in due paradigmi di apprendimento, somatosensoriale e uditivo; ha contribuito al miglioramento di un impianto cerebrale per la registrazione dell'attività neuronale su larga scala nel cervello; ha inolttre sviluppato un modello di paralisi cerebrale nei roditori e ha dimostrato per la prima volta che un comune trauma da parto come l'asfissia aveva un profondo impatto sullo sviluppo della rappresentazione tonotopica della corteccia uditiva primaria; le alterazioni registrate sono molto simili a quelle riportate nella corteccia uditiva di persone affette da disturbo dello spettro autistico e disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Ha quindi proposto un "modello a due colpi" in cui un primo colpo è rappresentato dal trauma da parto per asfissia che può predisporre il neonato a una maggiore suscettibilità a un secondo ictus postnatale.

In linea con questo modello suggerì che una forma di trauma da parto potrebbe essere causato da una chiusura del cordone ombelicale fatta troppo precocemente, impendendo a circa il 25% del sangue "ossigenato" del neonato contenuto nella placenta di raggiungere il neonato "ipossico". Dal 2007 al 2019 è stato Ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma, collaborando a progetti relativi alla fisiologia dei "neuroni specchio" e all'organizzazione di movimenti complessi nella corteccia motoria primaria. In questo periodo ha iniziato a collaborare con il Professor Gherardi presso l'Ospedale Universitario Henri Mondor di Créteil, in Francia, su un caso di miofascite macrofagica. Tra il 2011 e il 2015 è tornato all'Università della California presso il Dipartimento di Scienze della Fertilità per lavorare a un progetto sullo sviluppo del cervello nei topi concepiti in vitro, dimostrando per la prima volta che i topi concepiti in vitro ed esposti a un protocollo dietetico "stressante" (poche proteine durante la gestazione/molti grassi nel periodo postnatale) presentavano alterazioni comportamentali e anomalie nell'espressione di geni correlati ad ansia e paura in specifiche strutture cerebrali.

Dal 2020 ha indirizzato il suo interesse principale alla medicina metabolica, con particolare attenzione al ruolo del glutatione nella salute, nella longevità e nella malattia. Allo stesso tempo ha collaborato con il Prof. Gobo e la sua equipe a uno studio sociologico sulla copertura mediatica e sui protocolli utilizzati nelle prime terapie domiciliari per il trattamento della malattia da Sars-CoV-2 (COVID-19).

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