2 MAGGIO 2018
Vigamus Academy e Link Campus University saranno presenti al Rome Video Game Lab, la kermesse dedicata al mondo dei videogiochi in programma dal 4 al 6 maggio nella Fabbrica dei Sogni di Cinecittà.
L’appuntamento, in particolare, è per il 4 maggio alle ore 16:00 con l’incontro “Il Videogioco: identità culturale e frontiere occupazionali” per capire quali sono le nuove sfide occupazionali ed imprenditoriali di un settore che si è evoluto e continua a farlo. A discuterne saranno relatori esperti, docenti e professionisti del settore, tra cui Vincenzo Scotti, Presidente Link Campus University, Angela Paoletti, Fondatrice e direttrice artistica Local Transit e Board Member Women in Games Italia, Christian Born, Country Manager Bandai Namco Entertainment Italia e Marco Accordi Rickards, Direttore Fondazione VIGAMUS.
L’incontro inoltre è rappresentativo di quanto si prefissono Vigamus Academy e Link Campus University proponendo un percorso formativo e una metodologia didattica fondati su tre pilastri principali: la vocazione internazionale, le discipline innovative e l’apprendimento attraverso laboratori pratici e la presenza di docenti che appartengono davvero al settore.
“Il potenziale di sviluppo in Italia del mercato digital entertainment è elevato e riflette la positiva diffusione delle nuove tecnologie di frontiera, dall’IoT alla robotica alla X-reality. Si tratta di un settore che beneficia dell’unione tra innovazione digitale e patrimonio artistico culturale videoludico. Le opportunità di formazione, di valorizzazione dei talenti e di carriera professionale sono straordinarie, ma è necessario orientare i giovani e affiancarli in percorsi di studio che siano realmente abilitanti di una crescita personale”, ha dichiarato il Prof. Carlo Maria Medaglia, Prorettore alla ricerca della Link Campus University e Programme Leader del corso di Laurea in Comunicazione Digitale.
07 Gennaio 2019
Si chiamerà “Accademia internazionale del Lavoro”, il centro di eccellenza dedicato alla ricerca, allo studio e all’approfondimento di tematiche giuslavoristiche, oltre che di analisi del contesto economico e sociale di riferimento e dei cambiamenti in atto. Un progetto che nasce dalla convenzione siglata il 19 dicembre 2018 tra la Fondazione Studi del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e la Fondazione Link Campus University. A firmare l’intesa il Presidente della Fondazione Studi, Rosario De Luca, e il Presidente della Fondazione Link Campus University, Vincenzo Scotti.
Prosegue quindi la collaborazione per una “formazione specialistica di qualità” che da tempo lega il Consiglio nazionale dell’Ordine e l’Unilink di Roma che per l’anno accademico 2018-2019, grazie anche alla collaborazione con l’ENPACL, hanno organizzato il corso di laurea magistrale in “Consulenza del Lavoro e sistemi di workfare” per formare professionisti esperti in materie economiche e di diritto del lavoro.
Con il nuovo progetto le due Fondazioni - oltre a promuovere l’analisi del diritto del lavoro italiano ed internazionale, delle relazioni e delle politiche attive del lavoro - organizzeranno incontri istituzionali ed eventi internazionali finalizzati alla definizione di progetti di ricerca sul cambiamento globale del lavoro. Tra gli obiettivi della convenzione, inoltre, la definizione di programmi graduate, MBA e PHD e altre iniziative di higher learning and continuing education, da svolgere alla Link Campus University coinvolgendo centri di ricerca e università di livello internazionale. Allo stesso tempo, l’Accademia affiancherà la Scuola di Alta Formazione della Fondazione Studi nel realizzare il ricco calendario di corsi di specializzazione riservato ai professionisti del mondo del lavoro.
Per realizzare i progetti previsti – si legge nella convenzione - saranno fondati un “Centro di ricerca”, dedicato alle attività di analisi, approfondimento e studio, e una scuola di formazione denominata “Accademia del Lavoro International School” che ospiterà progetti di formazione accademica e post-accademica. L’accordo prevede inoltre il coinvolgimento di altri enti e delle istituzioni pubbliche e private anche per promuovere il dibattito politico sulle tematiche del lavoro.
A commentare l’intesa il Presidente della Fondazione Studi, Rosario De Luca: “Le competenze e la qualità della formazione - ha evidenziato - sono le chiavi per i professionisti del domani per affrontare al meglio le sfide del futuro, facendo la differenza in un mercato del lavoro sempre più competitivo”. “Attraverso questo progetto – ha dichiarato a margine della firma il Presidente della Fondazione Link Campus University, Vincenzo Scotti – continua la cooperazione avviata già da qualche anno con i Consulenti del Lavoro per formare una classe dirigente che sia all’altezza e capace di utilizzare quelle competenze specifiche che sempre più spesso sono richieste in un contesto economico, politico e sociale in continuo cambiamento”. “Con la realizzazione dell’Accademia – ha sottolineato il Presidente De Luca - vogliamo agire su due fronti: da un lato, essere in grado di individuare con sempre maggior precisione e rapidità i cambiamenti del mercato del lavoro attraverso la ricerca e l’analisi delle tendenze in atto; dall’altro, rispondere al cambiamento in modo altrettanto efficace, con corsi di formazione su misura per i professionisti del mercato del lavoro”.
CONSULENZA DEL LAVORO
21 Dicembre 2018
25 gennaio 2019 - Ore 10.00 - 13.00 Camera dei Deputati - Sala Nilde Iotti Piazza del Parlamento, 19 - Roma
Ore 10.00 - Saluti istituzionali e relazione introduttiva Sen. Andrea Cioffi Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico
Ore 10.45 – Introduzione ai lavori Claudio Roveda Direttore Generale Fondazione Cotec - Magnifico Rettore Link Campus University Pasquale Russo Direttore Generale Link Campus University
Ore 11.00 – Relazione Riccardo Viale Socio Fondatore Fondazione Cotec
Ore 11.30 – Interventi Paola Giannetakis Professore e Coordinatore area sicurezza Link Campus University Stefano Grassi Direttore Security TIM Roberto Liscia Presidente NetComm Maurizio Pimpinella Presidente Associazione Prestatori Servizi Pagamento Massimo Proverbio Chief IT, Digital and Innovation Officer Intesa SanPaolo
Ore 12.45 - Conclusioni On. Mattia Fantinati Sottosegretario di Stato, Dipartimento Funzione Pubblica
Ingresso riservato ai soli invitati. Per info eventi@unilink.it
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26 Giugno 2020
E’ uscito, nonostante il lockdown, per i tipi della Eurilink, la casa editrice della Link Campus University, un libro (con un bellissimo titolo) che ha, tra i tanti pregi quello di essere “aperto” e non “a tesi”, ma sostenuto da una analisi scientifica sul gioco, anzi sull’industria dei giochi e sulla sua regolamentazione.
Troppo spesso, quando si parla di giochi e scommesse, in Italia si finisce per parlare quasi soltanto di ludopatia e di contrasto alla stessa di un vizio, di una cattiva etica che si intreccia al crimine. Omettendo di ricordare che la “legalizzazione” del gioco è stata la via principale (non esaustiva) di lotta, appunto, al lungo e stretto legame tra patologia, denaro, evasione, illegalità e organizzazioni criminali
Gli effetti patologici per ampi settori, sono alla base del condizionamento di una parte, debole e socialmente esposta dei giocatori, ma sembrano contrastare con la propensione di massa, crescente degli italiani al gioco d’azzardo, “che ha portato ad una crescita esponenziale del giro d’affari”. Dall’altra parte si consente (o nega), e si cerca di controllare un introito (che ad alcuni appare non etico per via delle dipendenze di una minoranza) cospicuo per il fisco, e si arrivare quasi sempre ad una logica o ad una discussione su basi “proibizionistiche” comunicative o territoriali , e qui il loop potrebbe ricominciare
La tempo stesso, come viene notato nella introduzione “Lo sviluppo della rete del web, in particolare, ha determinato un aumento dell’offerta di servizi di gioco d’azzardo a distanza.
La presenza di differenti modelli normativi adottati dai Paesi sia europei che extra europei ha comportato una significativa espansione del gioco on line di origine transfrontaliera, con la
conseguente diffusione di fenomeni illeciti nel comparto del gioco, delle scommesse e dei concorsi pronostici.
Il Volume offre al lettore un’approfondita analisi del mercato dei giochi e delle scommesse, con specifico riguardo alle forti interferenze del fenomeno con la criminalità organizzata, alle misure previste nell’ordinamento giuridico nazionale volte a contrastare il gioco illegale, nonché alle questioni di natura fiscale transnazionale nazionale ad esso connesse.
Gli autori hanno vasta competenza scientifica, professionale ed operativa , nazionale ed internazionale nel settore .
Il libro: GIOCHI E CRIMINALITÀ — I Dadi di Tyche tra Probabilità, Potenzialità e Prospettive di Piergiorgio Valente, Gianluca Campana Michele Donega, Filippo D’Albore Prefazione di Raffaele Rizzardi edito da Eurilink University Press
3 MAGGIO 2018
7th of May 2018 Link Campus University - Old library Via del Casale di San Pio V, 44 - Rome
9:30 Arrival and registration of guests
10:00 Welcome greetings from President Vincenzo Scotti and Rector Claudio Roveda
10:15 Lectio Magistralis from the Programme Manager of the Master's Degree in Strategic Studies and Diplomatic Sciences Franco Frattini ”Global threats and global responses”
For information: segreteriamaster@unilink.it
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19 Giugno 2020
di Riccardo Piroddi
Sarebbe più appropriato definire quest’ultimo saggio di Marco Emanuele, La grande metamorfosi – Pensiero politico e innovazione, prefazione di Marco Filoni, postfazione di Vincenzo Scotti, Eurilink University Press, maggio 2020) un vademecum da consultare per tracciare nuovi percorsi politici nella realtà in cui il mondo contemporaneo si è calato dopo l’evento epocale che ne ha ridisegnato non soltanto gli equilibri ma, più in profondità, la forma: la caduta, nel 1989, del muro di Berlino.
Mondo attuale, definito dall’Autore “mondo in tre mondi”: quello della connettività e dell’innovazione; del disagio e delle diseguaglianze; dei conflitti e dei muri. Il reale di cui si ha percezione e nel quale si vive è, per definizione, movimento e mutamento, quindi divenire, ce lo ha mostrato, 2500 anni fa, l’efesino Eraclito. Ciò presuppone, non soltanto filosoficamente, la metamorfosi (ecco il titolo del volume!), il divenire da ciò che era prima a ciò che sarà dopo, la trasformazione, che cadenza il ritmo, lo scorrere anche di queste pagine, come l’acqua del famoso fiume eracliteo. E allora, se è vero che non ci si può immergere due volte nello stesso fiume perché l’acqua non è la stessa, come possiamo immergerci due volte nella realtà politica in divenire noi πολῖται della contemporanea πόλις globale? E, soprattutto, come possiamo e dobbiamo pensare la πολιτική in questa fase storica in cui l’innovazione e il suo multiforme corteo processionale, così spesso abruptamente mutevole, stanno suggestionando radicalmente la comprensione, l’interpretazione e l’azione della (e nella) realtà politica?
Una nuova kantiana “estetica trascendentale”, che va però oltre i processi conoscitivi e verso la politica, è segnata in questo vademecum per poter affrontare “politicamente” la metamorfosi in atto. Un’estetica che è fondamento del nuovo pensiero politico per ridefinire e dunque governare la realtà politica e la sua complessità. “I libri parlano sempre di altri libri”, scriveva Umberto Eco, nel 1983, nelle Postille a Il nome della rosa, così come le riflessioni contenute in un libro devono sempre stimolarne altre nuove. Ed è proprio ciò che questo volume così denso di riflessioni, con prezioso garbo intellettuale, riesce a fare.
12 Giugno 2020
Il CERSIG - Centro di Ricerca sulle Scienze Giuridiche della Link Campus University ha aderito ed ha collaborato alla proposta di legge elaborata dal Centro di Ricerca CRISI dell’Università degli Studi di Torino, assieme all'Ordine dei Commercialisti di Torino, all’Ordine degli Avvocati, e della Fondazione Piero Piccatti e Aldo Milanese.
Alle PMI in crisi da emergenza COVID viene proposto un nuovo strumento agile e rapido per ristrutturarsi ed evitare il fallimento, mediante la negoziazione di accordi con il ceto creditorio e, più in generale, con i vari stakeholders, salvaguardando così il valore produttivo, sociale ed erariale dell’azienda e tutelando i livelli occupazionali nel drammatico scenario di crisi globale.
In linea con le misure di composizione assistita della crisi previste dal decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 (“Codice della crisi d’impresa e dell'insolvenza”, c.d. CCII), e nelle more della sua entrata in vigore a pieno regime.
L’emergenza sanitaria, sta producendo effetti pesantissimi, ed in alcuni casi devastanti, su tutte le PMI, che rappresentano comunque oltre il 95% del tessuto economico italiano.
La generalità delle imprese - ricordano i promotori - subirà gli effetti di un incremento sensibile dei costi (conseguenti all’adozione delle misure igienicosanitarie) che andrà a sommarsi ad un calo significativo del fatturato (a causa delle limitazioni dell’attività, dell’annullamento di ordini, etc.): il che comporterà la necessità per le imprese di assorbire perdite rilevantissime che saranno solo in minima parte mitigate dal ricorso agli ammortizzatori sociali ed alle provvidenze previste dalla legislazione di emergenza.
Le forze delle Sezioni fallimentari dei nostri Tribunali saranno palesemente insufficienti a gestire il sovraccarico di procedure concorsuali minori che inevitabilmente si genererà nei mesi a venire.
Mentre, le attuali procedure di concordato si riveleranno ancor più inidonee a gestire l’eccezionale situazione in atto, soprattutto per le PMI.
La composizione assistita della crisi, consentirà a tutte alle imprese che abbiano risentito della crisi generata dall’emergenza epidemiologica di COVID-19, ma che presentino pur tuttavia prospettive per essere riorganizzate e restituite al mercato, di attivare processi di negoziazione della crisi d’impresa più agili e meno costosi.
Innanzituttuo con la creazione di OCRI (organismi di composizione della crisi d’impresa ) semplificati (rispetto a quelli attualmente previsti dall’articolo 16 e seguenti del CCII), al fine di assicurare alle PMI ridotti costi di gestione e maggiore agilità della procedura. In particolare, si è provveduto a:
a) Snellire l’organico, allargando (pur nel rispetto dei requisiti di competenza e indipendenza) il novero dei professionisti abilitati a svolgere le funzioni di negoziazione e composizione;
b) Introdurre meccanismi più agevoli di accesso alle misure protettive, al fine di evitare un eccessivo sovraccarico dei Tribunali e rendere la procedura complessivamente più celere;
c) consentire il regolare adempimento delle obbligazioni e favorire la liquidità, prevedendo che non siano revocabili i pagamenti effettuati da debitore, funzionali al mantenimento della continuità dell’impresa e sorti anche anteriormente all’avvio della procedura di composizione assistita della crisi;
d) estendere alle falcidie pattuite in sede di accordo di composizione assistita della crisi, lo stesso trattamento fiscale già previsto per i piani attestati di risanamento.
Qui sotto allegato, il testo della proposta e le ragioni del suo articolato
Procedura Semplificata di Composizione Assistita della Crisi
10 Giugno 2020
di Stefano Scaini e Ralitsa Bakalova - Centro di Ricerca CYRCE
da Safety&Security Magazine
Poiché la nostra società si basa su determinate condizioni ambientali, ci si aspetta che un radicale cambiamento climatico, capace di alterare tali condizioni, possa impattare pesantemente sulla vita umana, sulla società intera, nonché globalmente sugli aspetti della sicurezza ad esso correlati; comprendere la complessità delle interazioni tra i fattori di stress climatico, i conseguenti impatti e le strategie di risposta, è l’elemento cruciale per un assessment delle possibili implicazioni in termini di sicurezza e di conflitto.
Il sistema del nostro pianeta è formato da tre sottosistemi tra di loro complementari, ovvero il clima, la natura e l’essere umano; ognuno di loro influenza gli altri sia direttamente che indirettamente, formando un unico sistema complesso, denominato socio-ambientale, caratterizzato da un’elevata incertezza.
Per questa ragione è essenziale considerare la relazione esistente tra clima e sicurezza poiché, esistendo un solo sistema climatico, il verificarsi di problemi ad esso connessi potrebbe generare pesanti ripercussioni a livello internazionale, trascendendo in brevissimo tempo la distanza tra il luogo d’origine e quello oggetto d’influenza.
Pur trattandosi di un fenomeno naturale, il riscaldamento globale riceve un notevole impulso da parte delle attività antropiche, col risultato di indurre cambiamenti climatici in molte parti del mondo; le principali conseguenze sono l’innalzamento del livello dei mari, lunghi periodi siccitosi, inondazioni di notevole magnitudo, eventi meteorologici estremi, degradazione degli ecosistemi, minor produzione di alimenti, perdita di biodiversità e il diffondersi di malattie.
A detta dell’I.P.C.C. – Intergovernmental Panel on Climate Change, i costi di carattere economico, sociale e connessi alla sicurezza, in seguito ad eventi meteorologici estremi, sono destinati ad avere un notevole incremento, e gli impatti del cambiamento climatico “si diffonderanno dalle aree e dai settori direttamente impattati ad altrettanti contesti attraverso complessi ed estesi collegamenti”.
Ci attendono seri rischi associati a questo cambiamento, capaci di danneggiare pesantemente e globalmente le condizioni di vita delle persone: i sistemi cosiddetti fragili o vulnerabili sono tanti, tra cui ad esempio le risorse idriche, l’agricoltura, le foreste, la salute delle persone, il comparto energetico e l’economia.
Anche la NATO, col suo Concetto strategico per la Difesa e la Sicurezza, ammette che il cambiamento climatico rappresenti uno dei fattori che plasmeranno il futuro scenario della Security, in quanto connotato da una potenziale e notevole capacità di destabilizzare sia i singoli che le Organizzazioni, non solo dal punto di vista della pianificazione ma anche dell’operatività; collaborazione, coordinamento, prevenzione, mitigazione e resilienza, rappresentano parole chiave per la futura sopravvivenza del genere umano nonché dell’intero pianeta.
Nel processo di sviluppo del succitato Concetto strategico, il Segretario Generale della NATO è stato assistito da un gruppo di specialisti i quali hanno preparato analisi e redatto una serie di raccomandazioni, mettendo particolare enfasi sulle caratteristiche di non-convenzionalità delle future minacce in ambito Security & Defence; notevole attenzione è stata posta proprio sugli aspetti climatici, criticità “relativamente” emergenti nonché potenziali boosters per future crisi globali.
La NATO, in quanto Organizzazione di matrice sia politica che militare, non si trova ad essere un attore primario in relazione alle policies per il contenimento delle dinamiche di mutazione climatica; gli sforzi, pertanto, sono stati principalmente fatti per raggiungere e mantenere una consapevolezza di base sul tema, sponsorizzare e condividere eventi, nonché fornire assistenza alle Nazioni firmatarie.
Nell’ultimo decennio sono state profuse parecchie energie nell’esaminare gli impatti, sia diretti che consequenziali, del cambiamento climatico sullo scenario della Security, ove la NATO riconosce esservi presente una palese e indiretta influenza; la Comunità internazionale della Security sta diventando sempre più consapevole della necessità di dover anticipare e gestire l’insorgenza di criticità collegate al clima, nonché di capire quali saranno le ricadute in termini organizzativi sia a livello nazionale che continentale.
Questa la dichiarazione ufficiale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord: “As an Alliance, NATO does not have a formal role in regulating the greenhouse gas emissions that experts believe lead to global warming. NATO could, however, be called upon to help cope with security challenges stemming from such consequences of climate change as a melting polar ice cap or an increase in catastrophic storms and other natural disasters. The Alliance should keep this possibility in mind when preparing for future contingencies”.
Il particolare expertise nel campo dei cambiamenti climatici di Anders Rasmussen e Jens Stoltenberg rappresenta una forte posizione della NATO nei confronti dell’importanza dell’argomento; A. Rasmussen iniziò, infatti, ospitando in Danimarca la quindicesima Conference of the Parties to UNFCCC – United Nations Framework Convention on Climate Change (COP15) e la quinta sessione del Meeting of the Parties to the Kyoto Protocol (COP15/MOP5), mentre J. Stoltenberg è stato per lungo tempo un Delegato speciale delle Nazioni Unite per il clima.
Oltre a questo, va ricordato che tutti i ventinove Paesi membri della NATO sono altresì membri dell’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change, attori proattivi di considerazioni costruttive sulle implicazioni del cambiamento climatico con la sfera della Security a livello globale.
La NATO si dedica al cambiamento climatico, ai suoi impatti e alla sua influenza sui futuri scenari di sicurezza globali, attraverso il proprio programma denominato Long-Term Military Transformation, ed è compito dell’ACT – Allied Command Transformation anticipare i tempi preparandosi ad un futuro così ambiguo, complesso e caratterizzato da cambiamenti repentini; il programma è costituito da due componenti, SFA e FFAO, rispettivamente Strategic Foresight Analysis, e Framework for Future Alliance Operations.>
La SFA ha il compito di descrivere i trends futuri, la difesa e le implicazioni per la sicurezza, definendo come il cambiamento climatico stia attirando su di sé un’attenzione internazionale senza precedenti, poiché gli impatti generati interesserebbero pressoché tutti gli ambiti, rischiando di pregiudicare la vita a livello globale.
La FFAO è chiamata a descrivere lo sviluppo del futuro contesto della Security e delle situazioni d’instabilità, causate da evidenti effetti maggiormente pervasivi che in passato; tali situazioni dipendono infatti strettamente dal cambiamento climatico, il quale con molta probabilità darà un impulso ai disastri naturali sia dal punto della frequenza che degli impatti.
Dopo aver analizzato i reports, sia di SFA che di FFAO, la conclusione è stata che le maggiori preoccupazioni deriveranno dalle peggiorate condizioni di sicurezza a seguito del disagio sociale indotto dal cambiamento climatico, aspetto che va ben oltre la fisicità di un danno generato a uno specifico contesto.
Le potenziali conseguenze dell’impatto di questo peggioramento delle condizioni di sicurezza – che, ricordiamo, appartenere alla scala dei bisogni caratterizzanti la nota piramide di Maslow – dipendono dalla natura dell’impatto, dalla tipologia di evento climatico e, aspetto primario tutt’altro che trascurabile, dal livello di resilienza del target; è per questo motivo che i conflitti e gli eventi maggiormente severi sono attesi nei Paesi più poveri e, quindi, più vulnerabili.
I contesti caratterizzati da elevati livelli di welfare non sono certo da considerarsi immuni da ciò, poiché a causa del sistema globalizzato nel quale stiamo vivendo, gli impatti indiretti e consequenziali riescono a trasmettersi non solo in breve tempo ma anche su vasta scala (l’esempio di quanto accaduto ed in accadimento con la recente pandemia ne costituisce un esempio mirabile).
L’approccio omnicomprensivo è fondamentale e necessario per far fronte alle future sfide al comparto Sicurezza & Difesa, ove la linea di confine tra minacce di natura militare e non tenderà a diventare sempre più confusa e indistinta; il cambiamento climatico è stato definito infatti come quell’insieme di minacce che attraverserà trasversalmente sia la sfera civile che quella militare, caratterizzando il cosiddetto panorama di nuove minacce unitamente a sicurezza energetica, cybersecurity e conflittualità asimmetrica di matrice terroristica.
Per questo motivo si ritiene che la cooperazione tra mondo civile e militare sia alla base della gestione delle sfide lanciate dal cambiamento climatico, come sottolineato dalle parole dell’attuale Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg: “NATO is a military alliance, so NATO doesn’t have the tools to address climate change. Having said that, climate change is important for our security, meaning that climate change will most likely lead to that people will start to move, it may lead to new conflicts about water, about agriculture, and it may also, you know, change for instance transport routes. (…) So, climate change has security consequences and NATO has recognised that in what we call the Strategic Concept. (…) It’s important that NATO Allies engage in that, but it’s not for NATO to in a way develop windmills or clean energy, because we have other institutions and organisations for that”.
Le implicazioni alla sicurezza generate dalle problematiche di natura ambientale, aspetti critici per leaders politici e cosiddetti decision-makers, appartengono a un’area nella quale è auspicabile che l’Alleanza reciti un ruolo assoluto di pilastro fondamentale.
Per salvaguardare la pace e la sicurezza, la priorità sarà senz’altro quella di essere precisi quanto necessario nel trovare un punto d’intersezione tra quali forze debbano essere presenti, quali debbano agire e quali caratteristiche abbiano i nuovi scenari della sicurezza relativamente alle conseguenze generate nella società, ovvero conflitti, malcontento e instabilità, povertà, flussi migratori, nonché la codipendenza e il collasso di realtà statuali.
3 MAGGIO 2018
VENERDÌ, 04 MAGGIO, ore 17.15 Link Campus University - Antica Biblioteca Via del Casale di San Pio V, 44 - Roma
Lectio Magistralis Ing. Giuseppe Giordo Aero Vodochody Aerospace Industry - President & CEO Confederation of the Czech Aviation Industry - President Saudi Arabian Military Industries - Board Member
INTRODUZIONE Prof. Vincenzo Scotti Presidente Link Campus University
Scarica la locandina
Per informazioni: segreteriamaster@unilink.it
09 Giugno 2020
di Marco Emanuele
da Formiche.net
Nel mese di febbraio 2020 Eurilink University Press ha pubblicato un volume prezioso, Internazionalizzazione e comunicazione del “sistema Italia”, opera collettanea che nasce dall’esperienza della prima edizione del Master in Governance dei processi di internazionalizzazione e comunicazione del sistema Paese di Link Campus University. Il volume ha la prefazione di Vincenzo Scotti ed è curato da Ottorino Cappelli.
Oggi, più che mai, la questione della valorizzazione del sistema Paese diventa decisiva. Nella fase post-emergenza del COVID-19, certamente complicata, ci vogliono – come richiamato nel sottotitolo dell’opera – principi, linee guida, esperienze.
Il libro è molto ricco e si snoda lungo diversi filoni di riflessione, importanti singolarmente ma che acquistano valore solo in una visione d’insieme. Molti sono gli autori e, di conseguenza, i temi. Si parla di soft power, dell’Italia negli Stati Uniti e in Cina, delle misure pubbliche di sostegno all’internazionalizzazione, di golden power. Particolare attenzione è dedicata al ruolo della diplomazia italiana vista in chiave complessa (economica, linguistica, culturale, scientifica), considerando la partita decisiva dell’attrazione degli investimenti diretti esteri e il ruolo delle istituzioni scolastiche italiane all’estero; vi sono, altresì, testimonianze del lavoro “sul campo” a cura di rappresentanti della nostra rete diplomatica. Una parte specifica del volume riguarda il sistema di promozione e l’impresa con uno sguardo sul rapporto tra istituzioni e promozione del “made in Italy” e la raccolta di alcune significative esperienze dal mondo imprenditoriale all’estero. Infine, ma non da ultimo, si parla del sistema di promozione del turismo, uno degli ambiti più importanti della nostra economia del cui rilancio di discute molto in queste settimane guardando alla ripartenza e alla ricostruzione.
Il testo, che nasce nel lavoro di alta formazione universitaria, ha l’ambizione di essere uno strumento positivo e utile per il decisore politico. Particolarmente in questa fase, infatti, il “sistema Italia” va riproposto in una rinnovata alleanza tra università, impresa, pubblica amministrazione, diplomazia. L’espressione “cabina di regia”, tante volte utilizzata e abusata, deve assumere carattere di pragmaticità e non rimanere un auspicio.
Il tempo che stiamo vivendo, anche guardando alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, può trasformarsi in un tempo positivo se sappiamo mettere a sistema le nostre tante, spesso non dialoganti, potenzialità. L’organizzazione dell’ordinario vince in tempi straordinari: ciò che fa la differenza è, anzitutto, la volontà di tutti i player di uscire dall’autoreferenzialità e di mettersi a disposizione di un disegno d’interesse generale.
Questo volume, non un unicum, è parte di una strategia accademico-progettuale, in linea e in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Accanto al “come” dei processi di internazionalizzazione occorre, infatti, porre avanti – e in maniera davvero integrata – le ricchezze del nostro Paese che, in vari ambiti, deve ritornare a giocare da leader a livello globale.