27 Novembre 2020
Sei un autore/sceneggiatore di serie tv? Ti appassiona il genere crime?
Nell’ambito del progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea DETECt (Horizon 2020), e in collaborazione con Serial Eyes, è stato appena lanciato lo screenwriting contest che si propone di raccogliere le proposte narrative più innovative, in grado di “rinnovare la rappresentazione dell’Europa e dell’identità europea” e di esplorare la ricchezza e complessità della cultura popolare europea.
Le 5 proposte finali saranno esaminate da una giuria internazionale, composta da grandi professionisti del settore audiovisivo:
Karen Hassan (Cattleya)
Steve Matthews (HBO Europe)
Giacomo Poletti (Mediaset Group)
Eva Van Leeuwen (Netflix)
I vincitori saranno invitati a partecipare alla conferenza finale del progetto DETECt che si svolgerà a Roma dal 21 al 23 giugno 2021 presso la Link Campus University.
Le proposte dovranno pervenire in lingua inglese, entro e non oltre il 15 febbraio 2021 tramite il portale Serial-Eyes. Scopri come partecipare: http://www.detect-project.eu/contest/
I docenti Serial Eyes e i ricercatori DETECt offriranno un approfondimento sulla scrittura crime analizzando i principali elementi narrativi delle serie tv di successo attraverso un ciclo di webinar dedicati, pubblicati settimanalmente, che accompagneranno gli autori nel loro processo creativo.
Scopri il primo webinar: https://youtu.be/JNstO1kSmsQ
Cos’è DETECt
DETECt – Detecting Transcultural Identity in European Popular Crime Narratives è il progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 e coinvolge 13 università e 5 operatori del settore di 10 paesi europei. DETECt indaga la rappresentazione delle identità sociali, culturali e politiche europee in uno dei generi più popolari nella narrativa, nel cinema e nella televisione contemporanea.
18 Novembre 2020
I rappresentanti di dieci università libiche e di tre organizzazioni europee, si sono virtualmente riuniti lo scorso 11 Novembre per celebrare l’avvio ufficiale del progetto “LIBYA UP – Labs of Innovation and Business for Young Actors of start UP”.
Quest’ultimo è una iniziativa di Capacity Building nel settore dell’alta formazione, co-finanziata dal programma europeo Erasmus+ e intrapresa dalla Link Campus University (LCU) con il coordinamento del project manager Raffaele Longo, la visione della progettista Valentina Caferri e la guida scientifica dell’innovatore Dario Carrera.
Il progetto vuole creare in Libia, nell’arco di un triennio, un modello nazionale innovativo di management accademico (tramite l’istituzione di “Uffici di Trasferimento Tecnologico” in ogni università partner), in grado di generare collegamenti virtuosi tra ricerca scientifica e mercato del lavoro locale che favoriscano la crescita e la diversificazione dell’imprenditorialità (in particolare giovanile) e conseguentemente un tasso di occupazione maggiore.
Il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo prevede la realizzazione, tra le altre cose, di analisi qualitative e quantitative, di costanti sessioni formative teoriche e pratiche tra esperti internazionali e stakeholders locali, nonché l’approvvigionamento diretto alle università libiche delle attrezzature tecniche utili a installare e avviare le prime postazioni di lavoro.
L’incontro online ha sostituito l’evento fisico inizialmente programmato nella primavera 2020 presso la sede della Link Campus University in Roma e continuamente rimandato a causa della restrizioni internazionali necessarie a contrastare il Covid19.
I partner hanno goduto ugualmente dell’opportunità di confrontarsi approfonditamente e animatamente tra i vari punti di vista, sulle necessità/priorità organizzative e finanziarie da affrontare, nel breve e lungo periodo, per garantire l’efficace prosecuzione del progetto. É stato articolato un piano di azione condiviso contenente anche le misure contingenti in grado di mitigare gli effetti della crisi geo-politica locale, da un lato, e della crisi sanitaria globale, dall’altro.
Il Kick Off Meeting è stato altresì un autorevole palcoscenico per presentare reciprocamente i primi risultati delle ricerche di mercato in cui i partner si sono già da ora cimentati, in cooperazione tra loro, per apprendere lo stato dell’arte del “trasferimento tecnologico” nell’area del Nord-Africa e dell’Unione Europea.
L’augurio conclusivo è quello di potersi incontrare dal vivo il prima possibile, per poter valutare le ricadute del progetto all’interno del sistema paese e programmare altre fruttuose collaborazioni.
MAGGIORI INFO
The European project "LIBYA UP" is officially started
The Kick Off Meeting online
The representatives of ten Libyan universities and three European organizations virtually celebrated on November 11th the official launch of the project “LIBYA UP - Labs of Innovation and Business for Young Actors of start UP”.
It is a Capacity Building initiative in the Higher education sector, co-financed by the European Erasmus+ program and undertaken by Link Campus University (LCU) with the coordination of the project manager Raffaele Longo, the vision of the designer Valentina Caferri and the scientific guide of the business innovator Dario Carrrera.
The project aims to create in Libya, over a three-year period, an innovative national model of academic management (through the establishment of "Technology Transfer Offices" in each partner university), capable of generating virtuous links between the scientific research environment and the local market of work, in order to foster the growth and diversification of entrepreneurship (especially of young people) and consequently a higher employment rate.
The achievement of the ambitious goal imposes the realization, among other things, of qualitative and quantitative analyzes, of constant theoretical and practical training sessions between international experts and local stakeholders, as well as the direct supply to Libyan universities of the technical equipment useful to install and start the first workstations.
The online meeting replaced the physical event initially scheduled in spring 2020 at the Link Campus University headquarter in Rome and continually postponed due to the international restrictions necessary to fight the Covid19.
The partners enjoyed the opportunity to discuss in depth and animatedly between the various points of view, on the organizational and financial needs/priorities to be addressed, in the short and long term, to ensure the effective continuation of the project. A shared action plan was developed at the end. It also contains contingent measures to mitigate the effects of the local geo-political crisis, on the one hand, and of the global health crisis, on the other.
The Kick Off Meeting was also an authoritative stage to mutually present the first results of market researches already realized in cooperation by the partners, to find out the state of the art of "technology transfer" in the North Africa and European Union areas.
The final hope is to meet live each other as soon as possible to evaluate the effects of the project within the Country System and plan other fruitful collaborations.
MORE INFO
19 Novembre 2020
Sabato 21 novembre, dalle ore 11.00, il prof. Marco Filoni, docente del Corso di Laurea e Laurea magistrale in Studi Internazionali alla Link Campus University, partecipa a Pensare il Presente, maratona online in occasione della Giornata Mondiale della Filosofia, promossa dall’UNESCO.
L’iniziativa è ideata e realizzata dalla Fondazione De Sanctis in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura per raccontare la contemporaneità attraverso la filosofia e potrà essere seguita sul sito di Rai Cultura.
Parteciperanno all’evento oltre 30 filosofi, moderati da giornalisti e autori italiani, che si concentreranno sul rapporto tra filosofia e contemporaneità, decisivo per decifrare la particolare situazione che stiamo vivendo.
“L'edizione 2020 – scrive l'Unesco – vuole invitare il mondo intero a riflettere sul significato dell'attuale pandemia, sottolineando la necessità, più che mai, di ricorrere alla riflessione filosofica per affrontare le molteplici crisi che stiamo attraversando”.
IL PROGRAMMA
Dopo i saluti istituzionali della Ministra dell'istruzione On. Lucia Azzolina, del Vice Direttore Generale dall’UNESCO Stefania Giannini, dell’Ambasciatore USA in Italia S.E. Lewis M. Eisenberg, dell’Ambasciatore di Germania in Italia S.E. Viktor Elbling, dell’Ambasciatrice del Regno Unito in Italia S.E. Jill Morris, dell’Ambasciatore di Francia in Italia S.E. Christian Masset.
Moderati da Marino Sinibaldi, Paolo Di Paolo, Pietro Del Soldà e Marco Filoni, intervengono tra i tanti: Étienne Balibar, Alfonso Berardinelli, Laura Boella, Judith Butler, Annarosa Buttarelli, Massimo Cacciari, Victoria Camps, Adriana Cavarero, Gianrico Carofiglio, Israel Covarrubias, Manuel Cruz, Franca D’Agostini, Umberto Galimberti, Ernesto Galli della Loggia, José Gil, Antonio Gnoli, Michela Marzano, Giacomo Marramao, Chantal Mouffe, Marisela Lopez Zaldivar, Luisa Muraro, Angel Octavio Alvarez Solis, Pier Aldo Rovatti, Santiago Zabala, Donald Sassoon, Fernando Savater, Boaventura De Sousa Santos.
18 Novembre 2020
Sei interessato a contribuire alla resilienza europea in materia di CyberSecurity o semplicemente ad approfondire la tua conoscenza in materia?
Entra a far parte di ECHO, anche con la tua organizzazione: https://echonetwork.eu/join-echo/
Il progetto di ricerca, svolto dalla Link Campus University in cooperazione con numerose realtà internazionali e finanziato dal programma europeo H2020, è finalizzato a garantire un ambiente informatico maggiormente sicuro e accessibile per le persone e le imprese.
Maggiori informazioni nella newsletter novembre 2020.
6 Novembre 2020
Continua la collaborazione tra UNIMED e Link Campus University in occasione del 26° MedFilm Festival, il primo e più importante evento in Italia dedicato al cinema del Mediterraneo, che si terrà dal 9 al 15 novembre.
Cinque studenti del corso di laurea in DAMS e del corso di laurea magistrale in Tecnologie Innovative per la Comunicazione Digitale faranno parte della Giuria che visionerà e giudicherà la sezione dei cortometraggi in concorso al Festival.
MedFilm Festival nasce nel 1995 in occasione del Centenario del Cinema e della Dichiarazione di Barcellona. Unico appuntamento italiano specializzato nella diffusione del cinema Mediterraneo ed Europeo, il festival opera per la promozione del dialogo interculturale e la cooperazione commerciale tra l’Europa ed i paesi della sponda Sud del Mediterraneo e del Medioriente, attraverso il cinema di qualità e gli audiovisivi, finestre aperte sul mondo per riconoscere e apprezzare la diversità come un valore e la cultura come volano per l’economia.
Inoltre è riconosciuto e supportato dalle sedi diplomatiche in Italia di oltre 40 Paesi.
Scarica la brochure
6 Novembre 2020
Link Campus University partecipa alla nuova edizione de Il Salone dello Studente che, a causa dell’emergenza Covid19, quest’anno sarà digital.
Studenti, docenti e famiglie, troveranno sulla piattaforma Campus Orienta Digital percorsi espositivi dove sfogliare videogallery e photogallery; scaricare la brochure con i corsi di laurea e laurea magistrale e il catalogo con i servizi offerti dall’Ateneo; workshop dove seguire le presentazioni dell’offerta formativa, incontri e webinar interattivi; informazioni e contatti del servizio Orientamento.
Proprio come una fiera reale potrai: parlare di persona con un referente di Link Campus University e porre domande e chiedere informazioni; partecipare agli incontri in aula e alle presentazioni; scaricare e conservare il materiale informativo dell’Ateneo.
Alla fine della settimana i materiali resteranno a disposizione per approfondimenti.
4 Novembre 2020
Il 4 Novembre, alle ore 17.00, il Centro di ricerca DiTES partecipa alla #DigitalTalentFair con il talk Comunicare nella società 5.0. Sfide e opportunità dell’era digitale.
#DigitalTalentFair è la prima grande fiera digitale in Italia dedicata al mondo del Lavoro e all’Orientamento professionale, una manifestazione completamente virtuale insieme a grandi Aziende Top Player, Scuole e Università, Web Influencer e Imprenditori di successo.
Durante le giornate del 4 e del 5 Novembre sarà possibile incontrare i team Risorse Umane delle aziende, valorizza il proprio profilo e raccogliere informazioni importanti sull’iter di selezione e le opportunità professionali offerte.
E’ possibile partecipare iscrivendosi gratuitamente sul sito della #DitalTalentFair
Leggi l'approfondimento
2 Novembre 2020
da Cyber Security - di Alessia Valentini
Come evolvere nella giusta direzione per concretizzare un approccio alla protezione degli assetti nazionali, al Perimetro Cyber e un appropriato assetto capacitivo di competenze.
L’ultima relazione al parlamento emessa ogni anno nel mese di febbraio dall’intelligence italiana, (Sistema per la sicurezza della Repubblica), fotografa tutti gli scenari della minaccia diretti al nostro territorio e ai nostri assetti, riscontrati sull’anno precedente e fornisce un quadro geopolitico di come la minaccia evolva in tutte le sue forme compresa quella Cyber. Nel documento, accanto al quadro in evoluzione di paesi e crisi in termini di condizione politica economico finanziaria nel confronto e nella competizione fra Stati, alle spinte antisistema, al terrorismo, si affiancano attori statuali che si impongono per la “centralità acquisita dal tema della sovranità tecnologica e digitale e, corrispettivamente, della resilienza nel cosiddetto quinto dominio, rispetto ad un quadro che del dominio cyber attesta la natura di target elettivo e, ad un tempo, di veicolo di manovre ostili di tipo convenzionale”.
Dunque, tutto il quadro geopolitico letto dagli occhi dell’intelligence comprende anche il Cyberspazio (a cui è dedicato “Documento di sicurezza nazionale” a tergo della Relazione) e richiede una lettura multidimensionale di scala globale per supportare il governo italiano e le sue forze di difesa nelle decisioni attinenti agli sviluppi da intraprendere; perché se è vero che “le difficoltà dei sistemi di alleanza a trovare voce e postura univoca rispetto alle molte sfide che ne erodono la coesione”, è altrettanto vero che le direzioni di investimento devono consentire al Paese la garanzia di corretta postura di sicurezza per la difesa di tutto il territorio nazionale. Tali riflessioni e decisioni richiedono di estendere il ragionamento e gli investimenti in relazione al perimetro di sicurezza cibernetica, di cui ricordiamo l’uscita del decreto attuativo proprio qualche giorno fa dal titolo Regolamento in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica.
In materia Cyber in particolare la relazione dell’intelligence specifica come “In ragione dell’elevata disponibilità di tool offensivi e della loro estrema pervasività e persistenza, l’arma cibernetica si è confermata, anche nel 2019, strumento privilegiato per la conduzione di manovre ostili in danno di target, sia pubblici che privati, di rilevanza strategica per il nostro Paese”. Sono evidenziate campagne di spionaggio digitale, hacktivismo, e “campagne digitali di matrice statuale, il cui leggero calo rispetto al 2018 potrebbe essere ascritto anche alle aumentate capacità di offuscamento degli attori statuali. Sul fronte della minaccia ibrida caratterizzatasi, anche nel 2019, per il prevalente impiego di strumenti cyber per indebolire la tenuta dei sistemi democratici occidentali”. Su questo ambito la Relazione al Parlamento specifica come si stia “giocando a livello globale una partita strategica nella quale sicurezza cibernetica e sicurezza nazionale sono indissolubilmente legate, la mancanza di autonomia tecnologica, che caratterizza il mercato digitale italiano ed europeo in genere, ha determinato l’esigenza di prevedere meccanismi di tutela che facciano leva contestualmente su screening degli investimenti e screening tecnologico. Il nostro Paese ha dunque adottato un approccio basato su parametri oggettivi, individuando strumenti idonei a fronteggiare i rischi per la sicurezza nazionale.” Il riferimento riguarda il Golden Power esteso al 5G, all’istituzione del Perimetro di sicurezza nazionale Cibernetica e alla costituzione presso il DIS del CSIRT italiano (Computer Security Incident Response Team). Per comprendere al meglio il legame fra i temi geopolitici, l’intelligence e la difesa e capire come prepararsi alle sfide future, Cyber Security ha intervistato la Professoressa Elisabetta Trenta ex ministro della Difesa italiana ed oggi Professore alla Link Campus University.
L’intervista
La geopolitica, l’intelligence e il Cyberspazio sono oggi intimamente legati tanto che la Cyberintelligence è una disciplina relativamente nuova e antica allo stesso tempo. Può spiegarci l’importanza di questa disciplina?
Per capire il legame fra i tre ambiti si deve partire dai significati delle parole. Esistono tante definizioni di geopolitica, ma riassumendo potremmo dire che è la disciplina che lega le caratteristiche di un luogo fisico e il rapporto fra spazio e politica di quel luogo. Con la parola “intelligence” si indica l’insieme degli organismi che si occupano di intelligence ed anche la “funzione” stessa cioè quell’insieme di operazioni grazie alle quali si fornisce ad un decisore la conoscenza attraverso collezione e acquisizione di dati con analisi delle informazioni fino ad arrivare alla conoscenza di uno spazio e di tutto quello che si muove in quello spazio. Lo spazio è quello fisico e geopolitico, per il quale, si acquisiscono informazioni con vari strumenti e tecniche ed anche tecnologie. Il Cyberspazio è invece oggi il quinto dominio della conflittualità, uno spazio virtuale creato dall’uomo che sta diventando sempre più importante di pari passo alla progressiva pervasività delle telecomunicazioni. Con il cyberspazio crescono le interconnessioni a tutti i livelli: politiche finanziarie, economiche. Il Cyberspazio si caratterizza per non avere confini (in teoria), in sostanza non ha connotazione geografica. In relazione a questo “non luogo” si parla di cybergeopolitica e di cyberdiplomacy, ma lo spazio in cui ci si muove è virtuale anche se produce conseguenze sul mondo reale. Anche nell’intelligence le informazioni acquisite riguardano minacce non più solo fisiche, bensì minacce più pericolose perché provengono dal cyberspazio e si pongono fuori dai confini fisici.
Che ruolo può giocare l’Italia nello scacchiere mondiale su questi temi? In Italia è necessario sviluppare la disciplina della Cyber intelligence e l’uso di strumenti digitali adatti per fare questo lavoro di raccolta e analisi di informazioni in campo digitale, sviluppando competenze avanzate, molto spesso espresse non solo da analisti con esperienza, ma più spesso da giovani e meno “istituzionalizzate” figure. Questo percorso impone un cambio di mentalità e di organizzazione a livello istituzionale di un Paese che vuole crescere nel comparto sicurezza. Per l’Italia esser in grado di svolgere cyberintelligence e cyberdefence è strategico, in relazione alla protezione del sistema paese, alla protezione dell’economia e del sistema aziendale ma anche per la sicurezza dello Stato, dato che le minacce cyber attraverso disinformazione e fake news, arrivano anche a manipolare le masse e i governi. Quali sono le minacce da contrastare?
Chi attacca costruisce situazioni semi reali credibili: ad esempio le operazioni di disinformazione sul Covid hanno una finalità di influenza geopolitica per provocare destabilizzazione, per cambiare gli equilibri fra governi e addirittura tentare di modificare l’assetto delle alleanze. La disinformazione è la minaccia più pericolosa per gli stati democratici ma naturalmente anche le operazioni di Cyber warfare sono insidiose e possono provocare seri danni con l’aggravante della difficoltà nella attribuzione (cioè la precisa serie di evidenze che indica come mandante un certo Stato Nazione n.d.r.). Ecco perché la cyberintelligence è sempre più importante: per raccogliere informazioni, riconoscere la minaccia e intercettarla prima che arrivi a compimento.
Come intervenire concretamente?
Perché questo comparto possa lavorare pienamente è necessario e opportuno ragionare sulla sua riorganizzazione che deve partire dalle competenze e dalla conoscenza più pervasiva possibile dei pericoli. Troppo spesso il punto di ingresso della minaccia, di un attacco è indirizzato al comune utente e in questo senso la cultura della sicurezza dovrebbe essere maggiormente perseguita mediante formazione e cyber awareness. Proprio per questi motivi mi sono battuta durante il mio mandato istituzionale perché nella Nato fossero inserirete le spese nell’ambito del 2%, perché anche attraverso un attacco ad una rete civile si possono creare danni paragonabili a quelli che si possono avere con un attacco armato. Si pensi ad un attacco alle sale di controllo degli aeroporti, ad un ospedale (come il recente caso tedesco che ha provocato la morte di una persona ) o gli attacchi “cigno nero” che possono interessare i sistemi elettrici. L’idea alla base era che anche gli investimenti per assicurare la resilienza cibernetica a livello nazionale devono essere comprese nel 2% del Pil che i paesi della Nato hanno deciso di riservare alle spese per la difesa.
Può raccontarci il ruolo che la Difesa Italiana ha e avrà secondo l’impostazione delineata dal nuovo decreto sul perimetro di sicurezza cibernetica, ovvero, potranno le FFAA, anche nel dominio Cyberspazio, fornire quel contributo al ruolo primario di difesa dei “confini” o delle infrastrutture critiche nazionali? La difesa italiana è un esempio di protezione delle reti: ha esperienza nel farlo ed ha una organizzazione per farlo. Nel NSC (Nucleo Sicurezza Cibernetica n.d.r.) la difesa si è posta spesso come modello a cui guardare per l’organizzazione di un modello nazionale. Il progetto c5isr che avevo delegato al Sottosegretario Angelo Tofalo ne è un esempio. Un esempio che procede e che ha trovato compimento nel COR perché le buone idee non si fermano. Anche la relazione più stretta con la Cyberchallgence nazionale che avevamo avviato a Chiavari e che poi è proseguita quest’anno con il Reparto Trasmissioni dell’esercito è un esempio di questo tipo. Volevo che si stringesse il legame e anche questa era una iniziativa che io ritengo strategica per selezionare il personale di cui si ha bisogno. Credo si dovrebbe fare un o sforzo ulteriore nella Difesa per inserire queste figure di personale che hanno delle caratteristiche tecniche molto peculiari e che dovrebbero avere un addestramento differenziato. Ma per questo obiettivo è necessario effettuare qualche cambiamento nella direzione di crescita di certe competenze strategiche.
L’Italia non deve essere vulnerabile perché la vulnerabilità di un paese incide sulla vulnerabilità dell’alleanza atlantica e della sua capacità di protezione. Quindi ogni paese deve avere la migliore difesa possibile. Dobbiamo anche considerare il tema tecnologico. Nel campo cyber dovremmo lavorare con prodotti e tecnologie italiani perché dovrebbero essere tecnologie proprietarie e su cui poter investire. In questa direzione va lo sforzo per realizzare il CVCN nazionale che dovrà verificare le condizioni di sicurezza e l’assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati, e sistemi destinati ad essere utilizzati per il funzionamento di reti, servizi e infrastrutture strategiche, di ogni operatore di servizi essenziali di interesse nazionale.
Secondo la sua esperienza cosa sarebbe ancora ulteriormente necessario prevedere a livello di Cybersecurity e Cyber intelligence nella Difesa italiana per permettere alle nostre FFAA un sempre maggiore contributo a livello nazionale e internazionale?
È molto semplice: Mancano i soldi. Le richieste che formulai erano 11,1 milioni di euro nel 2020, 28 milioni di euro nel 2021-2023 e ulteriori negli anni seguenti per circa 525 milioni in sedici anni (Rif. Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2019-2021 ). Dopo tute le dichiarazioni sulla Cybersecurity ottenni 1 milione aggiuntivo per il triennio 2019-21. Si parla di poche risorse se paragonato con la Francia che ha investito 1,6 miliardi di euro per il periodo 2019-2025, o con l’Inghilterra che investe mediante l’anno circa 800 milioni di sterline. Facciamo molti discorsi bellissimi ma le aspirazioni cadono su budget non appropriati. Sarebbe necessario un maggior investimento dello Stato nelle imprese anche per generare nuove capacità e per dare un certo ottimismo verso la ripresa. Le spese per la sicurezza in Italia costituiscono una nota dolente e dovremmo investire di più anche in formazione e mezzi per la formazione per accrescere la cultura alla sicurezza, combattendo corruzione e concussione che a livello internazionale non aiutano la nostra reputazione.
Da Cyber Security
29 Ottobre 2020
L’inizio del nuovo anno accademico 2020/2021 sarà ancora all’insegna delle precauzioni necessarie per il contenimento della pandemia da Covid19.
Al fine di garantire il diritto alla salute, il diritto allo studio e il diritto all'insegnamento, l'Università degli Studi Link Campus Univertity ritiene di dovere consentire a tutti gli studenti (e non solo al 75% come previsto dall'Ordinanza Regionale del 21/10/2020) di avvalersi degli strumenti della Didattica a Distanza (DAD).
Pertanto, tutte le attività didattiche diverse dalle attività laboratoriali, potranno essere svolte attraverso gli strumenti di comunicazione a distanza.
L’Ateneo ha predisposto un sistema di monitoraggio delle attività didattiche in aula e di sanificazione continua di tutti gli ambienti, oltre all'applicazione di tutti i protocolli sanitari vigenti. L'Ateneo, inoltre, partecipa alle attività di monitoraggio predisposte dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane).
Consulta il calendario accademico e l'orario delle lezioni nella pagina dedicata
16 Ottobre 2020
Dal 15 Ottobre 2020, sui canali Rai, e in particolare su Rai Scuola, andranno in onda le "Domande snack". A ogni domanda corrisponde una risposta da parte di esperti e divulgatori. L'intento è di dare ai cittadini gli strumenti adeguati a sviluppare il senso critico ed esercitare la propria cittadinanza digitale.
Il prof. Arturo Di Corinto, ci aiuta a capire come distinguere una Fake News rispondendo alla domanda "Come si riconosce una notizia vera da una notizia falsa?"