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531. Dieci anni del centro di ricerca IDEMS. Verso l’Università dello Sport  
15 Febbraio 2021 Si è aperto il decimo anno di attività di IDEMS (Istituto di Diritto e Management dello Sport), il centro di formazione e ricerca dell’Università degli Studi Link Campus University. Il nuovo Consiglio di IDEMS, nominato dal Presidente Polidori su proposta del presidente Malagò, esprime l'eccellenza del mondo dello sport e dell'Università nel settore. Alla Presidenza viene confermato Mario Pescante che rappresenta da anni lo sport italiano nel mondo e che, tra i tantissimi risultati di una carriera ineguagliabile, ha anche dimostrato la forza della diplomazia dello sport, quale Vice presidente del CIO e primo rappresentante della Delegazione del CIO all'ONU. Da ultimo, suo il lavoro per la partecipazione delle due Coree sotto la stessa bandiera alle Olimpiadi. Alla direzione il prof. Pierluigi Matera, docente in Link Campus University e già commissario straordinario, componente del Consiglio Nazionale del CONI e vice procuratore generale del CONI. Il video del presidente del CONI ha aperto i lavori. Malagò ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto da IDEMS nell’arco di questi dieci anni di attività, apprezzando “l’insegnamento e la didattica ma soprattutto la volontà di coinvolgere il più possibile ragazzi e ragazze nel mondo dello sport”. “Sport e studio costituiscono i due pilastri della nuova Link Campus University e per questo è importante per l’Ateneo la sottoscrizione della collaborazione con il CONI”, ha dichiarato il prof. Carlo Alberto Giusti, nuovo rettore dell’Università, durante l’incontro. “La Link Campus sarà certamente protagonista nei prossimi eventi sportivi”. Le novità per quest’anno sono ambiziose: i rapporti internazionali; un progetto di collaborazione con gli Stati Uniti e Lega Calcio Americana per la frequenza di corsi di laurea e laurea magistrale degli studenti atleti americani; le nuove frontiere dello sport con l’avvento degli eSport, un settore industriale in grande crescita. Brillano nel Consiglio le medaglie e i risultati di grandi atleti (e ora dirigenti di successo) come Diana Bianchedi (che dirige il corso di laurea triennale di Economia dello sport), Alessandra Sensini, vice presidente del CONI e Silvia Salis - quest'ultima laureata proprio in Link Campus. Oltre agli altri fondatori dell'IDEMS, Giunio De Sanctis, Gaetano Laguardia, Vincenzo Corso e Giorgio Sbarbaro, confermati altri presidenti e dirigenti sportivi quali Gianfranco Ravà, alla guida del corso di laurea magistrale in Sport business management, Stefano Feltrin nonché Riccardo Gabrielli, partner responsabile di Deloitte STS Roma. Si aggiungono poi presidenti del calibro di Gherardo Tecchi e Angelo Cito, oltre a Pierfilippo Capello, tra i professionisti più apprezzati del settore. “L’Università Link Campus University è una delle poche al mondo e l’unica in Italia a offrire una formazione universitaria di alto livello agli atleti. I dieci anni di IDEMS dimostrano il successo del progetto”, ha aggiunto il presidente Mario Pescante. Fa eco Silvia Salis, rappresentante degli atleti presso il CONI, campionessa del lancio del martello ed ex studentessa della Link Campus University: “gli atleti qui hanno un percorso universitario di livello tagliato su misura”.  IDEMS e l’Università Link Campus University propongono diversi percorsi formativi unici in Italia: Economia e politiche dello sport (laurea triennale); Sport business management (laurea magistrale); Giurisprudenza dello sport. Ormai storico è il Master MBA in Diritto e management dello sport, giunto alla decima edizione che unisce una formazione di diritto con quella economica. La nuova edizione del Master partirà a marzo con le lezioni dopo Pasqua. Laboratori, seminari, testimonianze di dirigenti e manager sportivi e lo studio di case studies arricchiscono i corsi di laurea, laurea magistrale e Master del mondo Sport. Nel corso dell’anno gli studenti migliori avranno l’opportunità di frequentare tirocini e stage presso le federazioni sportive. Il Rettore ha, infine, dedicato una riflessione speciale e particolare alle sfide del prossimo futuro, quale quella dei giochi olimpici di Milano-Cortina e ancor prima agli altri grandi eventi sportivi, quali la Ryder Cup 2023 o gli Europei di Atletica di Roma 2024. Sono sfide essenziali per il nostro Paese e per le future generazioni. Una scommessa in cui l'Università deve fare la propria parte e il proprio diretto investimento.  
532. L’Osservatorio “Generazione Proteo” della Link Campus University ha presentato oggi il 9° Rapporto di ricerca sui giovani italiani  
Gli studenti italiani: “Basta Dad. Penalizza i più svantaggiati” L’Osservatorio “Generazione Proteo” della Link Campus University ha presentato oggi il 9° Rapporto di ricerca sui giovani italiani. Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “La Dad è stata un’alternativa all’assenza 03 Giugno 2021 Roma, 3 giugno 2021 – Fiduciosi nella scienza e favorevoli al vaccino anti-Covid di cui auspicano di poter beneficiare al più presto. Manifestano un sensibile calo della fiducia nei confronti dell’Unione Europea, della magistratura, dell’informazione e della politica, da cui non si sentono ascoltati. Non lamentano un peggioramento del rendimento scolastico a causa della Dad, ma provano nostalgia della “cara vecchia scuola”, convinti di essersi persi qualcosa di importante nel corso dell’ultimo anno, e ritengono che la Dad penalizzi determinate categorie di studenti. Costretti a rimodulare le proprie giornate, rimpiangono il tempo libero e riscoprono l’importanza della libertà. Reagiscono all’incertezza del presente rifugiandosi negli affetti e tra viaggi, stadi e concerti associano al calore di un abbraccio il ritorno alla normalità. Questo il ritratto della “generazione post-Covid” tracciato dal 9° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio “Generazione Proteo” della Link Campus University, realizzato quest’anno in partnership con Grandi Scuole, e che ha intervistato circa 2mila studenti italiani, e che restituisce come sempre alle Istituzioni e al dibattito pubblico aspettative e paure, ambizioni e contraddizioni dei giovani italiani. I risultati sono stati presentati oggi alla Link Campus University alla presenza del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Dalla ricerca – ha spiegato Carlo Alberto Giusti, Rettore della Link Campus University - emerge una generazione di ragazzi profondamente lucidi, che hanno imparato a gestirsi adeguatamente anche con la didattica a distanza, ma che non vedono l’ora di riappropriarsi di una piena socialità e di quello scambio costante di visioni e di idee che solo la partecipazione fisica può garantire”. “La Dad - ha detto il Ministro Bianchi - non è stata un’alternativa alla presenza, ma una risposta all’assenza, a un abbandono che sarebbe stato ancora più drammatico per tutti coloro che già vivevano una situazione di difficoltà. Ci sono molti casi in cui partendo dalla Dad si sono sviluppati percorsi didattici fortemente innovativi. Gli studenti di oggi sono nati con un telefono e un computer. Compito della scuola oggi è anche insegnare loro la capacità critica per usare gli strumenti a disposizione”. «Il 9° Rapporto – secondo il sociologo Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio “Generazione Proteo” – ci consegna l’identikit della “generazione post-Covid”, che abbiamo definito come quella dei “giovani leopardi”, termine che evoca tanto il poeta quanto il felino. Da una parte infatti c’è il pessimismo che contraddistingue il poeta, dall’altra lo slancio felpato del predatore alla ri-conquista del proprio territorio. Il poeta e il felino, quindi, che vivono una costante tensione tra il subire e il reagire in tutti i diversi ambiti e contesti che definiscono una quotidianità infettata dalla pandemia. Ma con uno sguardo rivolto al futuro, e al recupero di una normalità che, come l’abbraccio che la identifica, non appartiene alla sfera dell’avere o del fare, quanto piuttosto a quella dell’essere». LA RICERCA Didattica a distanza. A un anno dalla sua introduzione, la Dad continua a non convincere appieno i giovani italiani: solo 1 su tre (30,5%) giudica infatti positivamente questa esperienza, laddove il 24,8% esprime un giudizio negativo e il 44,5% risponde “non saprei”. Tra le motivazioni addotte dagli intervistati, spicca la convinzione che online sia molto più facile distrarsi (67,4%), seguita dalla percezione di non sentirsi sufficientemente coinvolti (18,9%). Di qui dunque una serie di “consigli” per migliorare la Dad, in cima alla cui vetta svetta la necessità di adattare i programmi e le modalità didattiche all’online (33,6%) e di facilitare l’interazione tra studenti e professori (23,9%), ma senza dimenticare l’importanza di garantire un migliore accesso agli incentivi economici per l’acquisto dei device (16,9%). Infrastrutture, spazi e tecnologie. Un aspetto che, a detta degli studenti, ha infatti reso problematica la Dad risiede nella disponibilità di una connessione adeguata così come di device e spazi “personali” per seguire le lezioni. Da questo punto di vista, un intervistato su tre circa (33,1%) dichiara di non aver avuto, nel corso dell’ultimo anno, una connessione adeguata per la Dad. Il complessivo 30,1% dichiara invece di aver dovuto condividere i device per la Dad con fratelli/sorelle o con i genitori. Infine, 1 intervistato su 4 (25%) dichiara di non aver avuto a disposizione uno spazio tutto suo per poter svolgere la Dad. Gli svantaggi della Dad. Nel complesso, gli intervistati non lamentano un peggioramento del proprio rendimento scolastico durante l’ultimo anno trascorso in Dad (sebbene vi sia un significativo 23,8% i cui risultati, al contrario sono peggiorati). Negli intervistati vi è tuttavia la convinzione che la Dad penalizzi determinate categorie di studenti, in cima alla cui lista svettano quelli provenienti da famiglie economicamente svantaggiate (43,4%) e quelli con disabilità mentali e fisiche (33,6%). Ma, più di tutto, a lasciare l’amaro in bocca è la convinzione di essersi persi qualcosa di importante (44,9%). Scuola in presenza. Di qui dunque l’auspicio di poter tornare presto alla didattica tradizionale, che emerge in particolare dalle risposte di quel 43,4% di intervistati che, pur abituatisi alla Dad, preferirebbero comunque tornare in presenza. A mancare di più della didattica tradizionale è, in particolare, il rapporto diretto con i compagni di classe (45,1%) e con gli insegnanti (18,5%), prima ancora che la routine giornaliera strutturata (18,6%) o lo stare fisicamente a scuola (12,4%). Una scuola nei confronti della quale gli intervistati provano in maggioranza nostalgia (50,3%), ma senza trascurare il 22,7% che nutre invece indifferenza e il 18,1% che dichiara invece di provare paura. Relazioni. La pandemia ha senza dubbio sconvolto l’universo relazionale dei giovani, che infatti individuano proprio nello stare insieme liberamente con i propri amici/familiari (32,4%) e in particolare con i nonni (5,8%) ciò cui essi rinunciato più a malincuore. Ma la pandemia è stata anche un’occasione per ripensare taluni rapporti, che in alcuni casi sono usciti rafforzati da quest’ultimo anno: è il caso in particolare dei rapporti con i genitori, che per il 38,3% sono migliorati, complice soprattutto la maggiore quantità di tempo passata insieme (53,7%). Genitori che in molti casi hanno vissuto quest’ultimo anno in smart working, e che a causa di ciò gli intervistati hanno percepito tanto più indaffarati e distratti (30%) quanto più presenti con la famiglia (28,9%). Smart working. Lo smart working è un altro tema salito agli onori delle cronache nel corso dell’ultimo anno, ma che tende a non convincere i giovani italiani. 6 intervistati su 10 dichiarano infatti che sarebbero “per nulla” (25,9%) e “poco” (38,6%) contenti di lavorare in smart working, ma solo il complessivo 16,8% associa questa valutazione all’esperienza vissuta dai propri genitori. Tempo libero. La pandemia ha contribuito a mettere anche in discussione il concetto di “tempo libero”: il 22,8% ritiene infatti che esso non esista più, mentre il 26% che dichiara di non saper rispondere a questa domanda. Più in generale, a essere cambiata è – a monte – la percezione stessa del tempo, tra giornate che non passano mai (15,5%) e giornate che scorrono via troppo velocemente (21,5%), in entrambi i casi con la consapevolezza di non aver fatto nulla di costruttivo (26,4%). Un tempo di cui in giovani dichiarano invece di aver riscoperto l’importanza, sia esso il tempo per se stessi (16,6%) o per la propria famiglia (15,1%), così come oggetto di riscoperta è stata la libertà (32,8%). Consumi. E che dire delle tante App che, nell’ultimo anno, hanno popolato i nostri smartphone? Al di là di Amazon e Netflix, ormai parti integranti del nostro DNA (e dunque servizi che rispettivamente il 91,7% e il 90,4% continueranno ad utilizzare), diverse sono le sorti di altre App, quali per esempio i servizi di delivery (dove si registra un significativo 40,6% dei giovani che sostiene di non voler più usufruire di tali servizi a domicilio dopo la pandemia) o le App di sport/fitness (57%). Sport. Nella rosa delle attività quotidiane che più sono mancate ai giovani nel corso dell’ultimo anno, lo sport svetta in cima alla lista. E se nel complesso 3 intervistati su 4 dichiarano di aver trovato delle alternative (il 34,3% organizzandosi in casa con il supporto di app/tutorial, il 27% rimodellando l’attività sportiva all’aria aperta), spicca il 27,7% che dichiara di non aver più praticato alcuno sport. A mancare dello sport, in particolare, è sì il benessere che esso faceva provare (38,4%), ma anche gli spazi e l’ambiente (31,9%) così come le persone (25,9%) con cui esso veniva praticato. Vaccini. Si tratta tuttavia di rinunce che i giovani giustificano nell’ottica di recuperare quella sicurezza che il complessivo 44,6% dichiara di aver smarrito, e il cui recupero passa in primis attraverso la vaccinazione di tutta la popolazione (42,1%) e l’allentamento delle misure e un relativo ritorno alla normalità (30%). In tema di vaccinazioni, in particolare, gli intervistati non mostrano esitazione, dichiarandosi assolutamente favorevoli al vaccino anti-Covid (84,6%), di cui auspicano di poterne beneficiare essi stessi al più presto (79,4%), e questo principalmente per uno slancio altruistico verso la sfera dei propri affetti (per il 46,4% il vaccino rappresenta infatti una forma di tutela nei confronti dei propri genitori/nonni). Fiducia nella scienza. L’adesione piena al vaccino come principale antidoto alla pandemia trova conferma anche nella fiducia che gli intervistati dichiarano di nutrire nei confronti della scienza (il 44,1% dichiara che la fiducia è aumentata), considerata quel qualcosa grazie al quale il mondo evolve (56,4%). Una fiducia che si estende anche ai dati scientifici (56,7%), ma non agli scienziati, di cui i giovani lamentano in particolare il loro essere troppo “presenzialisti” in tv (13,9%) e altrettanto troppo in combutta con la classe politica (20,2%). Politica e Istituzioni. All’incremento della fiducia nei confronti della scienza fa infatti da contraltare un sensibile peggioramento della fiducia dei giovani nei confronti della magistratura (59,6%) e dell’Unione europea (47,1%), ma soprattutto della politica (74,6%). Una politica nei confronti della quale i giovani si dichiarano per nulla (21,5%) e poco interessanti (42,4%) – a fronte di un complessivo 33,6% di interessati, in sensibile calo rispetto al complessivo 42,1% di un anno fa – e questo anche perché vi è la convinzione di una politica per nulla (41,1%) o poco (47,2%) disposta ad ascoltare le giovani generazioni. Infodemia. Consapevoli della straordinarietà del momento storico che stiamo vivendo – e conseguentemente dell’importanza di informarsi quotidianamente (28,9%) e di approfondire (30,2%) – i giovani ritengono tuttavia che vi sia stato un eccesso di informazione sulla pandemia (per il 32,5% se n’è parlato troppo e in maniera esagerata) nonché un inutile allarmismo (41,2%). Non positiva nel breve periodo, l’infodemia diventa un disincentivo all’informarsi in una prospettiva di lungo periodo, stante il complessivo 58,6% di intervistati che ammette di aver avuto più volte voglia, nel corso dell’ultimo anno, di smettere di seguire le notizie sulla pandemia. Futuro. Questa generazione – che definisce se stessa soprattutto con aggettivi negativi quali insicura (87%), demotivata (76,4%), impreparata (64,8%), sospesa (63,2%), individualista (64,5%) e solitaria (53,7%) – guarda tuttavia con fiducia al futuro: rispetto al 2019, cresce infatti al 36,5% (rispetto al 29,7% registrato dal 7° Rapporto di ricerca) la percentuale di coloro che, avendone la possibilità, vorrebbero andare nel futuro. In particolare, a dare speranza ai giovani – prima ancora del progresso tecnologico (23,2%) o dell’aver dimostrato di saper affrontare i problemi (13,8%) – è soprattutto la famiglia (32%). Una famiglia che i giovani sperano presto di poter tornare ad abbracciare, individuando proprio nel contatto fisico, e nello specifico nell’abbracciarsi, l’immagine che meglio identifica cosa è per loro la “normalità” (47%). Visualizza Foto  
533. I giovani ricercatori aspettano il tuo 5x1000  
Destinare il 5 per mille alla Link Campus University è un modo concreto e diretto per sostenere i giovani ricercatori e riaffermare con convinzione il valore della ricerca universitaria, un bene che abbiamo il dovere di proteggere, potenziare, far crescere, investendo in qualità per garantire un futuro alle nuove generazioni e per assicurare al nostro Paese professionisti preparati. Esprimere il tuo sostegno alla nostra ricerca universitaria è facile: apponi la tua firma nel riquadro della dichiarazione dei redditi alla voce "Finanziamento della ricerca scientifica e della università", sia che si tratti del Modello 730/2022, del Modello Redditi Persone fisiche 2022 oppure del Modello Certificazione Unica (ex CUD) 2022; trascrivi il codice fiscale della Link Campus University: 11933781004. Questa scelta non comporta alcuna spesa per te, essendo una quota d’imposta a cui lo Stato rinuncia: senza alcuna scelta da parte tua, il 5 per mille resterà allo Stato. Anche coloro che sono esonerati dall'obbligo di presentazione della dichiarazione possono comunque effettuare la scelta, utilizzando la scheda allegata alla CU. Ti ricordiamo infine che la destinazione del 5 per mille è in aggiunta e non in alternativa alla donazione dell’8 per mille, che può essere liberamente riservato ad altre realtà, per fini differenti.  
534. Economia creativa e beni culturali  
08 Giugno 2021 Possibilità di formazione su economia creativa e beni culturali per docenti e studenti A partire da questa settimana, nell'ambito del programma Erasmus +, sarà possibile partecipare ad alcuni corsi online per ampliare le proprie competenze nell’ambito dell’economia creativa (orange economy) nel settore dei beni culturali. I corsi, liberamente accessibili da studenti, docenti, imprese e liberi professionisti, sono stati sviluppati nell’ambito del progetto O-City, finanziato dall’Unione Europea. Le quattro aree principali in cui è possibile sviluppare nuove competenze sono: Beni culturali e proprietà intellettuale Tecniche per la realizzazione di prodotti creativi Business Soft skills Il progetto O-City, per esteso Orange City, è un progetto Erasmus+ 2019-2021 (key action 2) che coinvolge 13 partner da tutto il mondo, inclusa la Link Campus University. Il suo obiettivo è scoprire e promuovere il patrimonio naturale e culturale, stimolando la creazione di prodotti creativi che generino valore e conoscenza per dare impulso all’orange economy e aumentare così il benessere delle città. Per raggiungere il suo scopo, il progetto O-City ha ideato un percorso per formare all’imprenditorialità e all’utilizzo di tecnologie creative che si fonda sulla diffusione di metodologie innovative di insegnamento, in particolare nelle Università. In questo modo, il progetto unisce formazione delle competenze e realizzazione di prodotti creativi che promuovano il patrimonio naturale e culturale delle città. I corsi (in lingua inglese) tra cui è possibile scegliere sulla piattaforma di apprendimento dedicata sono: MODULO I - CULTURAL & IP Course I.1 Cultural Heritage (attivo a breve) Course I.2 Intellectual Property (attivo a breve) MODULO II - TECHNICAL Course II.1 Photo-Video Concept Course II.2 Video Course II.3 Animation (attivo a breve) Course II.4 Comic (attivo a breve) Course II.5 Podcast (attivo a breve) Course II.6 Infographic MODULO III - BUSINESS Course III.1 Business Model (attivo a breve) Course III.2 Digital Marketing (attivo a breve) Course III.3 Branding Course III.4 Entrepreneurial Finance (attivo a breve) Course III.5 Testing business ideas (attivo a breve) Course III.6 Business Pitch MODULO IV - SOFT SKILLS Course IV.1 Interpersonal Skills Course IV.2 Creativity (attivo a breve) Course IV.3 Critical Thinking (attivo a breve) Per chi si iscriverà e porterà a termine uno o più corsi, c’è la possibilità di vedere riconosciuto il percorso formativo. Coloro che fossero interessati a prendere parte alla formazione o ad avere maggiori informazioni sui corsi in partenza e le modalità di svolgimento e riconoscimento possono inviare una email all'indirizzo v.volpi@unilink.it  
535. LABOURTECH 2021 - Industry 4.0 technologies and its impact on the labour market  
3 FEBBRAIO 2021 The online Conference LabourTech 20201 takes place on the 10th of February from 10am to 1:30pm (Central European Time).   Several experts with different backgrounds from all over Europe will gather virtually and attendees will have the chance to ask them questions. On February 10, 2021, the European Union’s funded HubIT project will organise its Final e-Conference LABOURTECH 2021 - Industry 4.0 technologies and its impact on the labour market in collaboration with P.PORTO. The objective of this event is to discuss and understand the consequences of future technologies in our labour market, with special attention to the role of responsible innovation and the perspectives from organisations, employees and the society. Technological advances can bring many benefits for our society with significant impact in the way we communicate, work and live. These advances had led us to the fourth industrial revolution or Industry 4.0, where technologies, such as large-scale machine-to-machine communication (M2M), the internet of things (IoT), artificial intelligence (AI) and automation have disrupted the labour market, making us more efficient, more productive and more cost-efficient. But, would these advances make us more dispensable? Would they increase the control over employees’ performance? How will they affect the decision-making process of an organisation? In LABOURTECH 2021, a look is given into the positive and negative impacts of future technologies in the labour market, and the role of responsible innovation in the Industry 4.0. comprising HubIT’s know-how and results acquired by the project during the last 30 months. For this purpose and in order to ensure a fruitful and insightful discussion, the conference brings together renowned speakers with different expertise. Some sounding names are Dr. Árpád Ráb - a futurist and cultural anthropologist from Corvinus University (Hungary), Mr. Rui Tocha - the General Director of CENTIMFE (Portugal) -, Marco Wedel – Political Scientist from TU Berlin (Germany) – and Ms. Marta Arniani – founder of Futurible and expert on technology impact (France). Any person can participate with an online registration (free of charge). Participants will have the chance to make questions during the session and even to network online with other attendees. To register to the free virtual conference, you just need to apply on the event page of the HubIT website available here (http://bit.ly/LabourTech). Download Agenda  
536. TFA Sostegno. Parte il Corso di Specializzazione  
25 Gennaio 2021 Venerdì 29 gennaio 2021, alle ore 14.30, si svolgeranno le prime lezioni per gli immatricolati di tutti i gradi (Scuola dell'Infanzia, Scuola Primaria, Scuola Secondaria di I Grado, Scuola Secondaria di II Grado). Le lezioni si svolgeranno sulla piattaforma GoToMeeting (per la quale gli immatricolati riceveranno a breve una comunicazione con i link per partecipare alle lezioni). Si conferma, inoltre, che le lezioni si terranno: venerdì dalle ore 14.30-19.30; sabato dalle 8.30-13.30 e 14.30-19.30; domenica 8.30-13.30. Il calendario dettagliato verrà inviato agli immatricolati per email sugli indirizzi comunicati nel portale GOMP.  
537. Seminar on creative Sector and creative processes for transforming culture into goods  
13 Gennaio 2021 Il 18 gennaio, dalle 12.00 alle 14.00, si terrà il Seminario su "Creative Sector and creative processes for transforming culture into goods" nell'ambito del progetto Erasmus+ O-City (Orange-CITY: Creativity, Innovation & TechnologY). Il seminario è aperto a docenti e studenti e si terrà in lingua inglese. Gli interessati si possono registrare al seguente link: form Scarica il programma del seminario Link Campus University è partner del progetto O-City  
538. DETECt Conference - DAY 1  
Monday, 21 June 2021 The first day of the DETECt Conference at Link Campus University started with a short welcome address by Full Professor Valentina Carla Re. She greeted guests and attendees joining online and then briefly presented the conference programme. On behalf of the Rector of Link Campus University, Associate Professor Nicola Ferrigni welcomed everyone. As the head of Link Research Lab, he pointed out the goals of DETECt Project, which have found in the host university a correlation even in terms of mission. Next, Full Professor Roberta Bartoletti from Università di Urbino Carlo Bo and Coordinator of PIC-AIS (Associazione Italiana di Sociologia, Sezione Processi e Istituzioni Culturali) stressed the impact crime narratives have on the audience, as they produce a critical vision of society while dealing with controversial, transnational topics. Later, Giulia Anastasia Carluccio, from Università degli studi di Torino and President of CUC (Consulta Universitaria del Cinema) discussed the importance of interrogating the concept of “Europeanness” as a critical category, which is particularly useful when applied to the works of crime fiction. It was then the turn of Full Professor Monica Dall’Asta from Università di Bologna and PI of DETECt Project: she commented on some of the project results. To evaluate what was learned over the last years of research, she suggested getting back to the initial hypotheses and then comparing them with the results. For instance, Professor Dall’Asta recalled how the research team assumed that the crime genre had increasingly worked as a driver for narrative delocalization.   Keynote by Theo D’Haen “How Glocal are Contemporary European Crime Narratives?” Full Professor Theo D’Haen, from KU Leuven, started with the interest that T. S. Eliot had in detective fiction, a popular kind of literature that, besides providing entertainment, echoes general feelings and attitudes. He went on with a broad background to European crime fiction and its place in world literature, analyzing such a productive genre, socially and ideologically. Professor D’Haen ended his keynote speech suggesting a more fitting label for the most recent crime European fiction that, rather than “glocal” from a national perspective, might be called “Euro-glocal”: he even ventured to say that “these recent TV crime fiction and drama series argue not only for diversity and unity, or rather, unity in diversity, but even for ever closer union”. During the discussion following the keynote speech, Associate Professor Andrew Pepper from Queen’s University Belfast, answered the questions with Professor D’Haen and mentioned, for instance, to what extent crime fiction can be considered a driver of tourism, a theme that will be discussed later in the conference. In the afternoon, several panels took place in rooms A, B and C of the conference: PARALLEL SESSION 1 Panel A1: New Takes on Mediterranean Noir Mentioning Mediterranean noir writers like Andrea Camilleri (whose stories are set in Vigata, Italy), Manuel Vázquez Montalbán (Barcelona, Spain) and Batya Gur (Jerusalem and Tel Aviv, Israel), this panel reflected on the terms “Mediterranean crime fiction” and “Mediterranean noir”, always highlighting their contribution to the crime fiction genre at large. Even though it is usually challenging to go from local to global, from the nation to the world, attempts to go beyond the national approach in research have been made and similarities among different crime fiction traditions, like the Scandinavian one, have been spotted. In the geopolitical region of the Mediterranean, since the ancient Greeks, the literary and cultural dynamics of the Mare Nostrum have been significant, as the very Latin name immediately evokes the movement of people, history and cultures. Panel B1: New Takes on Nordic Noir Mentioning a series like the British Nordic noir “Marcella” (2016-present), this panel reflected on how the character of Marcella Backland reflects the pained city of London, littered with bodies and, besides the dead, full of “moribund zombie-like workers”, including DS Backland herself. The scripts, written in Swedish and then translated into English, criticize the economic system of the UK, describing the capital as an “ignominious expression of violence… hidden beneath ideology, mundanity and the suspension of critical thought” (Springer and Le Billon 2016): “Marcella is, in many ways, a product of what it condemns”. Then, the choice of the setting, which is “one of the biggest, most challenging metropolises in the world” meant that it would potentially be a “hit here [in the UK] and in America” (Larder 2019), perhaps introducing the more easily exportable label of “London noir”. Panel C1: A Tale of Three Cities: Crime and the Urban Tissue in Contemporary Fiction Mentioning Loriano Macchiavelli’s literature, primarily set in the historic centre of Bologna, this panel retraced the geopoetics of the noir identity of the same Italian city to give an example of a so-called “edge city”. Noirisation and fictionalisation of places often lead to various levels and forms of historical, social and political depth. When real and fictional places come to coexist, fans may even want to visit them, constituting yet another source of enjoyment. Riding the hybridization of reality and fictional universes, Bolognese noirists like Macchiavelli have succeeded in exploiting even the symbolic potential of Bologna: in so doing, even street names prove to be germs that can blossom into stories. And when the construction of the place is so powerful and vivid, in later novels or chapters even some tiny details are enough to perceive the noir atmosphere. PARALLEL SESSION 2 Panel A2: French Noir and the Transformations of European Crime Fiction As a symbol of humanity’s quest for truth, the figure of the journalist is a crucial one in contemporary noir fiction, sometimes becoming part of wide imagery of a more inquisitorial process. Even when the journalist gets closer to being a spy or when he investigates conspiratorial tendencies, it proves to be an indeed fascinating trend to analyze. The comeback of James Bond in 2006, for instance, shows how “spies had to be, in a way, more noir in order to be successful”. This panel reflected on how noir fiction is the heir of criminal and urban mystery of the XIX century yet showing a strong realistic aim. In this sense, realism can be interpreted as aesthetics but also as a cognitive process. By paying attention to some metaphors that Frédéric Paulin or Dominique Manotti have always used to describe their quest as noir writers, we can also spot the obsessive presence of the image of the underground world (“bas-fond”) exactly as in the urban mystery of the XIX century. Panel B2: Crime Films and National Identities. The Case of Greece Through the analysis the period between 1966 and 2004, strongly marked by immigration flows, redistribution of political power and also new forms of entertainment, studies on “Modernisation noir” in Greece have shown how Athens, becoming a space of multiethnic conversation, boasts filmmakers with greater awareness and even crime TV series with growing popularity. Nevertheless, talking specifically about adapting literature to cinema or TV, there is still little adaptation, for instance, of the greatest Greek noir writer Petros Markarīs, although his stories have proved to be very good for the small screen, but less easy to export abroad. One of the reasons is the authorial tradition of Greece: filmmakers write their own scripts and most creators are also writers; likewise, on the production side of things, the budget restrictions discourage the purchase of rights. Panel C2: The Black Rome. The Eternal City as Protagonist of Crime Narrative Analysing the very complex concept of “Romanità” (Romanism, i.e. the idea of Rome) in terms of journalistic coverage and audience’s perception, this panel aimed to show the link between them, all starting from case studies from Italian TV series like “Distretto di polizia” (2000-2012), “Suburra” (2017-2020) and “Rocco Schiavone” (2016-present), which are all set in Rome or otherwise involve Roman characters. Talking about the media in relation to setting, in both “Suburra” and “Rocco Schiavone” we can observe “a transferred idea of Romanism from periphery to the city centre” or, especially in the second case, “from Rome to other cities”. Talking about the audience’s perception, instead, and in relation to characters, it seems that Romanism strongly depends on Roman actors and accent: Romanism, in fact, is “a way of thinking, living and speaking”. When asked to express the level of influence they perceived from the journalistic sources, most of the respondents of a survey answered “Little” and 1 out of 4 answered “Not at all”, so it can be concluded that “the TV series represent the real Romanism storytelling more than the journalistic coverage”.  
539. Tremonti: 'La pandemia ha azzerato la globalizzazione governata dalla finanza'  
06 Luglio 2021 No alla "cancel culture", no a una globalizzazione governata unicamente da logiche finanziarie, sì a un nuovo equilibrio mondiale che tenga conto anche di valori etici, civili e culturali diversi. È una riflessione a tutto tondo quella che Giulio Tremonti, presidente di Aspen Institute Italia, ha svolto oggi in occasione della cerimonia di apertura della terza edizione del Master in Globalisation, Governance and International Understanding, organizzato dalla Link Campus University in collaborazione con la Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale e la Lomonosov Moscow State University. "La pandemia – ha spiegato Tremonti in una "lectio magistralis" che si è trasformata in un appassionato dibattito – ha fatto venir meno l'ideologia, già messa in dubbio dalla crisi finanziaria del 2008, secondo la quale l'unico elemento dominante a livello globale fosse il mercato. Il software che ha regolato il meccanismo della globalizzazione è stato azzerato perché si è fermato il progressivo effetto degli scambi sociali, economici, persino mentali. Invece di 'homo homini lupus', con le mascherine abbiamo oggi un 'homo homini virus'. Il mondo magico della globalizzazione si trasformerà in un mondo internazionale, con scambi tra le nazioni ma senza l'utopia della fine di ogni barriera geografica e del dominio assoluto dell'economia. È un mondo che per un trentennio è stato globale e che ora non lo è così come lo avevamo conosciuto perché torna il valore della storia". Tremonti ha interloquito con Roberto Russo, direttore generale di Link Campus University, con il prorettore Antonio Giovannoni, con il direttore scientifico del master, Claudio Roveda, e con una selezione degli studenti che vi parteciperanno, alcuni presenti nella sede della Link Campus e altri in collegamento. "Non condivido l'ideologia che prefigura l'avvento di un uomo nuovo per un mondo nuovo", ha aggiunto Tremonti. "Questo porta alla cancellazione della cultura del passato, all'abbattimento delle statue. Io credo che si possa criticare il passato, ma anche la cultura del presente. Non è accettabile una cultura che cancelli le precedenti. Sono importanti tutte le culture del passato, anche quelle negative. Non mi sento di escludere in futuro l'idea di un governo globale, ma resto legato al valore della storia e delle identità". Il terzo Master della Link Campus University in Globalisation, Governance and International Understanding proseguirà in tutto il 2021 e fornirà agli studenti una solida comprensione del fenomeno della globalizzazione in tutte le sue dimensioni: mercati mondiali di beni e servizi, capitale e lavoro, scienze politiche, filosofia, sfida planetaria dell'ambiente e sostenibilità sviluppo. Offrirà inoltre spunti e strumenti con cui analizzare l'impatto della globalizzazione sullo sviluppo locale dando la dovuta considerazione alla complessità delle interazioni locale-globale nelle multiformi arene della globalizzazione con un focus sulle società italiane, mediterranee e russe.  
540. Quadarella, il bronzo a Tokyo di una studentessa d’oro  
02 Agosto 2021 “Una medaglia di bronzo che vale quanto un oro”. Simona Quadarella ha compiuto un’impresa alle Olimpiadi di Tokyo negli 800 stile libero. La ventiduenne romana, però, non ottiene grandi risultati solo nello sport agonistico. È anche una brillante studentessa, iscritta al corso di laurea in “Innovative Technologies for Digital Communication” alla Link Campus University, ateneo che ha già tra le sue fila tanti sportivi, come Edoardo Giorgetti, Margherita Granbassi, Silvia Salis e Margherita Panziera, anche lei tra le punte di diamante azzurre ai Giochi che si stanno svolgendo in Giappone. L’università ha recentemente rinnovato con il Coni un protocollo d’intesa per l’organizzazione di programmi rivolti alla formazione di sportivi e dirigenti. “Simona Quadarella – commenta il Rettore della Link Campus, Carlo Alberto Giusti – era già stata grande protagonista ai recenti Europei di Budapest. La medaglia olimpica, però, ha davvero il sapore dell’impresa. Siamo molto orgogliosi di averla con noi, anche per testimoniare il fortissimo legame dell’ateneo con il mondo dello sport”.  
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