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Diritto all’oblio: come evitare che il web diventi una gogna

Presentato all’Università Link il volume di Giulio Ramaccioni su un tema delicato e attuale

19 Ottobre 2022

La rete può trasformare una notizia vecchia, superata e non necessariamente vera in una specie di gogna perpetua per chi ne è coinvolto. Una tutela c’è, ma non sempre è facile attivarla. “Casi e questioni di diritto all’oblio” è il titolo di un volume curato da Giulio Ramaccioni e presentato all’Università degli Studi Link in collaborazione con Digital Lex - Difesa della reputazione online. “La materia del diritto all’oblio - ha spiegato Ramaccioni, docente di Diritto Minorile e Diritto della Privacy presso l’Università degli Studi eCampus - è piuttosto recente e ancora non completamente approfondita. Riguarda la possibilità per chiunque di essere dimenticato dal web e deve necessariamente bilanciarsi con l’esercizio del diritto di cronaca, dettato dall’interesse pubblico all’informazione”.

Il libro si presenta come un’antologia di casi inediti che riguardano tutti l’esercizio, in concreto, del diritto all’oblio e che sono stati risolti in via stragiudiziale con la cancellazione o la deindicizzazione dei link che contenevano gli articoli online contestati. Alla presentazione, introdotta dal rettore dell’Università Link, Carlo Alberto Giusti, ha preso parte anche l’avvocato Cesare Salvi, autore della prefazione. “Il diritto all’oblio - ha detto - è una manifestazione del diritto alla riservatezza, ma con una peculiarità legata al decorso del tempo, che può determinare il venir meno delle ragioni di legittimità della divulgazione della notizia facendo riemergere l’esigenza prioritaria di tutela del diritto della persona interessata”.

Un problema che ha molte sfaccettature, ma che solo apparentemente si inserisce nei cosiddetti “nuovi diritti”. “In realtà - ha chiarito Roberto Russo, giurista e direttore generale della Link - la Carta costituzionale già tutela il cittadino anche su questo aspetto. Ad essere nuova è la minaccia, perché il web la rende molto più forte”. “Nell'era di internet - -gli ha fatto eco Eugenio Cipolla, avvocato esperto in materia di privacy - le notizie arrivano velocemente ovunque, ma spariscono lentamente. Riuscire ad eliminarle è estremamente complesso e difficile. Il risarcimento del danno provocato dalla diffusione di materiale online può essere richiesto, è un diritto certamente, ma non sempre viene concesso e non serve a sanare le ferite causate dalla diffusione del materiale”.