30 MARZO 2020
Necessità di un nuovo volto europeo
di Christian Cozzi
Da sempre più tempo vediamo sorgere nuovi protagonisti nelle relazioni internazionali, protagonisti rappresentati dalle nuove potenze in via di sviluppo, che acquisiscono sempre più influenza e potere decisionale. Potere che senza dubbio sorge sia dalla loro potenza economica in incredibile crescita, sia dalla loro potenza militare strategica. Tutto questo però avviene a discapito delle potenze europee che da tempo si vedono si protagoniste, ma sempre meno influenti, sempre meno centrali.
Tale fenomeno si manifesta, poiché spesso si ritrovano costrette ad intraprendere continui compromessi, senza mai forti prese di posizione. Io credo che siano tal volta queste posizioni a determinare l’influenza di una potenza rispetto ad un’altra, mentre vedo forse non solo io, ma anche le altre potenze mondiali che questi compromessi siano un importante segno di debolezza.
Un cercare di arrampicarsi sugli specchi, un modo di poter continuare a restare al tavolo dei grandi protagonisti, senza pestare i piedi a nessuno. Proprio poiché sempre più deboli e soprattutto sempre più egoisti. Questo egoismo non è affatto un egoismo di tipo costruttivo ma anzi,quest’ultimo va spesso a colpire i propri collaboratori ed i più stretti alleati partecipi dell’unione. Questo egoismo senza dubbio è frutto dell’assenza di una nazionalità europea, un’identità nazionale ed una sempre maggiore presenza sovranista nei differenti parlamenti.
Per tanto comprendiamo che dopo diversi decenni di unità europea, il popolo europeo non si sente affatto europeo ma anzi si sente tedesco, francese, italiano e via discorrendo. Tale fenomeno fa si che nel breve termine alcune tra queste nazioni e nazionalità ne trarranno vantaggio. Nel lungo termine invece come affermato precedentemente, sta trasportando sempre più ad un collasso della centralità e dell’influenza del vecchio continente.
Per risolvere questo fenomeno non è solo necessario creare una salda identità europea ma anche creare una salda e riconosciuta istituzione centrale europea, che non sia solo come agli occhi di moltiappareun’unione data dalla moneta, ma che sia soprattutto un’unione culturale con il fine di centralizzare e costituire l’identità dell’ancora assente e sconosciuto cittadino europeo.
Senza dubbio credo che sia necessario una lieve sottrazione del potere, agli stati nazionali che la compongono, così da poter eliminare sia le continue azioni di carattere egoistico, sia le continue competizioni condotte da quest’ultime a danno delle altre. Queste azioni portano ad una sempre più distante visione di comunità ed unità collettiva dove gli uni si dovrebbero sacrificare per gli altri, con un unico interesse collettivo che veda al centro la potenza e la forza di tutti; poiché la potenza di un singolo rappresenta la forza dell’intero collettivo.
Attraverso l’uso di un completo assetto democratico e non con un assetto di tipo darwiniano che preveda l’affermarsi del più forte sul più debole, ma anzi la protezione del più forte sul più debole, rispetto a tutti i fenomeni esterni. Fenomeni che in questo caso possono essere i più differenti, uno degli esempi più calzati al riguardo può esser rappresentato dall’assenza della collettività europea nella risoluzionedell’epidemia COVID-19.
Senza dubbio se vogliamo tener contodi uno dei tanti insegnamenti che la storia ci propone, come infallibile istruttrice delle nostre azioni, dovremmo tener conto l’esempio fornito dal collasso della lega Delio-Attica. Quest’ultima costituita da alcune delle più potenti πόλεις (pòleis) greche nel 470 a.C. Queste avevano l’obbiettivo di rendersi forti, influenti e senza dubbio ricche. Tra queste sorse il predominio della πόλιςateniese che dopo le differenti speculazioni, e le crescenti avidità del popolo ateniese, portarono all’impoverimento dell’intera Lega. Questa crescente debolezza portò le pòleis a soccombere presto rispetto al crescente potere delle altre potenze circostanti. Ovviamente questo collasso vista la lontana epoca fu soprattutto da un punto di vista militare, ad oggi tale collasso visti i nuovi protagonisti e le nuove influenze potrebbe essere senza dubbio riconducibile ad un carattere puramente economico.
Ad ogni modo mi potrete dire tutto questo si è verificato quasi 2500 anni fa,dunque come è possibile un possibile riverificarsi di tali fatti? Bè posso semplicemente rispondere che si i tempi cambiano, le tecnologie cambiano e così i popoli e le idee; c’è però da tener conto che l’uomo rimane sempre lo stesso, e di conseguenza come ci insegna Vico la storia si ripete. Comprendendo tale insegnamento possiamo affermare che: ora più che maiè necessaria una reale coesione europea a fronte delle innumerevoli difficoltà che avvolgono il vecchio continente, il quale con ampia superbia crede ancora di essere il centro del mondo, ma che ormai non è altro che un tacito osservatore dei fatti.