16 Novembre 2018
Università degli Studi Link Campus University - Sala studio
Dal 20 Novembre al 10 Dicembre 2018
Apertura: Tutti i giorni (escluso 8 e 9 dicembre), dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Vernissage: 20 Novembre alle ore 17.00
L'Università degli Studi Link Campus University, ospita "Ombre" di Mario Panizza, dal 20 novembre al 10 dicembre presso la Sala Studio del Casale di San Pio V.
L'artista incontrerà il pubblico martedì 20 novembre alle ore 17.00
OMBRE - di MARIO PANIZZA
E’ questione non da oggi dibattuta se nella rappresentazione artistica l’ombra stia a indicare un’assenza o una presenza, se essa evidenzi uno spazio vuoto, riempito appunto dalla proiezione di qualcosa che non è lì, ovvero se rimandi, con i suoi contorni che si stagliano rispetto a una o più zone di luce, a un volume, a una massa incombente e quindi, come tale, anche quando non visibile, molto presente.
Questo gioco ambiguo di essere e non essere sembra uno dei fili conduttori delle opere di Mario Panizza qui presentate: incerto, lo spettatore s’interroga sulla reale natura delle sagome che si delineano dinanzi al proprio sguardo e che, nella loro moderna essenzialità, richiamano le raffigurazioni che i primi uomini a dar vita a una rappresentazione artistica tracciarono sulle parti delle grotte nella notte dei tempi.
Ma alla fine, più forte di qualsiasi richiamo alle masse che la originano, l’ombra rappresenta un’occasione figurativa: il profilo di un corpo, proiettato su un piano, fissa il soggetto e ne definisce i contorni, stabilendo i punti di riferimento per un possibile ritratto futuro. Ed è stato così sin dalla mitologia: come teorizza Plinio il vecchio attraverso il mito del “vasaio Butade Sicionio”, si può sempre ritornare su quel profilo, ricordarne le fattezze e ricostruirne le sembianze, ed è proprio da qui, dalle sagome che si sono impossessate delle ombre, che nascono la pittura e la scultura.
Nelle tele di Panizza si rilegge la partecipazione emotiva a questa ricerca, al punto che i suoi dipinti sembrano volersi misurare con la rappresentazione fotografica “iperrealista”. Eppure l’attenzione all’espressività prevale e lo strumento della pittura “precisionista” non abbandona il piacere di andare a curiosare oltre la verità del piano di ripresa.
(da: Gaetano Sabatini, Ombre e Sagome, in “Munera” 3/2018)